21 Giu

Vi ricordate  quanto era bella e sensuale  Anita Ekberg mentre chiamava il suo “Marcelo” dalla fontana di Trevi ?

O quanto si divertiva Audrey Hepburn a guidare la vespa per le strade di roma?

E la sensazione che avete provato nel vedere il gladiatore entrare nell’arena del Colosseo?

Avreste voluto essere al posto di Daniel Day-Lewis mentre passeggia per i vicoli della città affianco a Nicole Kidman?

La Dolce Vita

15 Giu

Chi, almeno una volta, non ha desiderato fare come Anita Ekberg o Marcello Mastroianni e danzare disinvolto nelle acque di Fontana di Trevi?

Non a caso uno dei capolavori della cinematografia italiana ha come cornice, la città Eterna per antonomasia. Il richiamo alla mente di quella scena in particolare, sorge immediato! Ed è inutile negare l’ imponente e un po’ romantica suggestione che quella Fontana e la Dolce Vita raccontata da Fellini riescono ancora a trasmettere dopo decenni.

Who doesn’t want to do like Anita Ekberg and Marcello Mastroianni and dance in the waters of the Trevi Fountain?

Not a coincidence that one of the masterpieces of Italian cinema, has as its backdrop, the eternal city.  It is useless to deny the ‘grand and a bit’ romantic suggestion that the fountain told by Fellini’s La Dolce Vita still convey after decades.

¿Quién, aunque sea una vez, no quería hacer como Anita Ekberg y Marcello Mastroianni y bailar en la Fontana de Trevi?

No es coincidencia que una de las obras maestras del cine italiano tiene como corniz de fondo,  la ciudad eterna. El recuerdo de esa escena en particular, nace inmediatamente! Es inútil negar la gran ‘y un poco romántica sugerencia que la fuente y La Dolce Vita de Fellini transmitir en las últimas décadas.

Trama:

La Dolce Vita è un film del 1960 diretto da Federico Fellini.È sicuramente uno dei film più famosi della storia del cinema. Viene solitamente indicato come il punto di passaggio dai primi film neorealisti di Fellini ai successivi film d’arte.

Marcello Rubini è un giornalista romano che si occupa di servizi scandalistici, ma ha in realtà l’ambizione di diventare scrittore. Marcello, cinico e disincantato, è protagonista di sette episodi, che narrano la «dolce vita» della Roma a cavallo fra gli anni ‘50 e ‘60.

Nel primo episodio un elicottero sorvola Roma, seguito subito da un altro. Il primo trasporta una statua del Cristo, mentre sul secondo si trovano Marcello, Paparazzo e un altro fotoreporter. I due elicotteri sorvolano prima un antico acquedotto romano, poi un quartiere attirando un gruppo di bambini urlanti, quindi sorvolano dall’alto la città di Roma, permettendo di osservare i tanti cantieri della capitale colpita dal boom edilizio. I due velivoli passano infine sopra una terrazza su cui prendono il sole tre ragazze in costume; l’elicottero di Marcello e Paparazzo si sofferma sopra la terrazza e i reporter parlano con le ragazze, le quali chiedono dove portino la statua. Dopo aver spiegato che la statua è diretta in Vaticano, Marcello chiede il numero di telefono alle tre ragazze, che però rifiutano. Il volo degli elicotteri termina in piazza San Pietro, dove suonano le campane ed una folla occupa la piazza.

Nella seconda sequenza, Marcello si trova in un locale allestito in stile orientale per un servizio su di una famiglia reale che sta mangiando lì. Mentre Marcello corrompe un impiegato del locale per sapere cosa i principi hanno mangiato, Paparazzo, in accordo con Marcello, inizia a scattare foto ad una nobile in compagnia di un giovane. Le due guardie del corpo intervengono e portano via il reporter chiedendogli di consegnare il rullino. Un uomo vede e riconosce Marcello, e lo intima di smettere di creare scompiglio con la sua attività di paparazzo. Al locale arriva una bella donna, Maddalena; Marcello la invita a ballare e a bere, ma lei rifiuta. La donna decide di andarsene e Marcello si offre di accompagnarla, e lei accetta; i due escono dal locale e vengono bersagliati dai flash dei colleghi paparazzi di Marcello. I due si fermano con la macchina in un piazzale; dopo una chiacchierata incontrano una prostituta e Maddalena la invita a seguirli in un giro in macchina per poi accompagnarla a casa. Arrivati alla casa della prostituta, Maddalena e Marcello si fanno preparare un caffè. Mentre la prostituta è in cucina a prepararlo, Maddalena e Marcello si accomodano su un letto e fanno l’amore. La mattina dopo il protettore della prostituta è davanti la casa per ricevere il denaro della prestazione; Marcello e Maddalena se ne vanno in macchina dopo aver pagato la donna. Nel frattempo Emma, la depressa fidanzata di Marcello che sa dei tradimenti del marito, sta aspettando il compagno a casa. Poiché egli in ritardo, ella inghiotte delle pastiglie andando in over-dose. Marcello la porta quindi in ospedale ed Emma si salva.

Nella terza sequenza Marcello è incaricato di accogliere nella capitale l’attrice Sylvia, famosa stella del cinema. Marcello intrattiene Sylva in un pub frequentato dai turisti stranieri, il «Caracalla’s», un locale in stile pseudo-antico. Marcello, nonostante la timidezza, fa le prime avances all’attrice. Uscita dal locale molto euforica, Sylvia inizia a passeggiare per le vie di Roma seguita da Marcello e quando vede la fontana di Trevi ci si immerge iniziando una leggiadra danza. Marcello entra a sua volta nella fontana e vince la sua timidezza dichiarandosi innamorato della donna. Quando la riporta in hotel però incontra il fidanzato di lei che, non gradendo le attenzioni che le ha riservato, prima schiaffeggia Sylvia e dopo affronta Marcello e lo stende con un pugno; il tutto davanti ai fotografi che immortalano la scena.

Nel seguente episodio Marcello è nel quartiere dell’EUR per un servizio fotografico quando in una chiesa incontra il vecchio e stimato amico Steiner. Steiner chiede a Marcello come sta andando la stesura del suo libro ed il giornalista afferma che è quasi finito e che presto glielo farà leggere; quindi lo scrittore elogia Marcello per un suo articolo che ha letto e che gli è piaciuto molto, quindi lo invita a cena. Prima di lasciarsi, Steiner invita Marcello a rimanere un poco di tempo ad ascoltarlo mentre suona l’organo con l’assenso del prete, amico di Steiner; lo scrittore si mette a suonare la Toccata e Fuga in Re minore di Bach.

Intanto il popolo romano è in preda ad un episodio di fanatismo collettivo intorno a due bambini che dicono di aver visto la Vergine Maria in un prato fuori città. Marcello accorre per scrivere un pezzo, ma la sua attenzione è distolta dalla fidanzata Emma, che è risentita con lui perché si sente ormai messa in disparte. Alla sera inizia a diluviare e inizia una calca in cui la folla cerca di prendersi almeno un pezzo di legno dell’albero vicino al quale è apparsa la Madonna. Tra la folla impazzita c’è anche Emma, che riesce a prendere un ramo, sperando in un aiuto divino che faccia in modo che Marcello le dia più attenzioni.

Nell’episodio seguente Marcello è con Emma a casa di Steiner dove conosce la famiglia dello scrittore, di cui fanno parte anche due graziosi bambini. Steiner propone a Marcello di fargli conoscere un editore cosicché il giornalista possa fare quello che più gli piace e non dover scrivere per i rotocalchi di gossip.

Nell’episodio seguente Marcello è in una trattoria a battere a macchina; qui incontra Paola per cui, dopo un inizio aspro, Marcello inizia a provare una certa simpatia.

Un’altra scena del film vede Marcello ricevere la visita del vecchio padre, riminese. I due si incontrano in un caffè all’aperto di via Vittorio Veneto, poi decidono di andare in un night insieme a Paparazzo. Nel night incontrano Fanny, ballerina francese conoscente di Marcello. Dopo aver bevuto, i quattro se na vanno dal locale insieme ad altre due ballerine; Paparazzo e Marcello stanno con le due ballerine, mentre il padre è invitato da Fanny nell’appartamento della ragazza. Poco dopo però Fanny chiama Marcello: suo padre si è sentito male, forse per il troppo bere; quindi il padre annuncia al figlio che partirà subito per casa sua, anche se Marcello vorrebbe che restasse ancora un po’ di tempo.

L’episodio successivo si svolge in un castello nel viterbese: c’è una festa dell’alta società organizzata da una famiglia della nobiltà romana. Al party Marcello incontra Maddalena. Dopo il party i partecipanti al ricevimento esplorano l’abitazione abbandonata limitrofa al castello. Maddalena porta Marcello al centro di una stanza e quindi si dirige in un’altra parte della villa da cui si può comunicare con la stanza dove si trova Marcello tramite un gioco di echi. Maddalena chiede quindi a Marcello di sposarla, ma mentre Marcello risponde all’eco arriva uno dei nobili che inizia a baciarsi con Maddalena, che non risponde più all’eco di Marcello.

Nella scena seguente Marcello ed Emma sono in macchina fermi a litigare. Emma si lamenta con Marcello del trattamento di sufficienza da parte del compagno e lo accusa di non voler bene a nessuno e di pensare solo alle varie donne che incontra; lui si lamenta invece che la donna è la sua croce, che è egoista e che i suoi ideali, cioè quelli tradizionali dell’amore di una coppia sposata e di una vita semplice, sono squallidi e piatti ed afferma che un uomo che vive così sia un uomo morto. Marcello esorta Emma ad andarsene dalla sua vita, ma Emma rifiuta e lui la schiaffeggia e la fa uscire dalla macchina con la forza schiaffeggiandola mentre lei lo morde ad una mano. Marcello scappa via con la sua macchina lasciando Emma da sola. La mattina dopo Emma e ancora lì in piedi; Marcello arriva e la carica macchina e si dirigono a casa.

I due stanno dormendo nel letto quando squilla il telefono; la chiamata è per Marcello e porta una notizia terribile: Steiner ha ucciso i suoi due figlioletti e dopo si è tolto la vita. Marcello raggiunge l’appartamente dell’amico scrittore e la polizia lo fa entrare in quanto amico del suicida. Il palazzo è assediato dai paparazzi; quando Marcello accompagna il brigadiere a prendere la moglie di Steiner alla fermata dell’autobus per annunciarle la terribile notizia. I due raggiungono la fermata e fanno salire in macchina la donna per raccontarle l’accaduto mentre un esercito di fotoreporter immortala la scena.

Un altro party cui partecipa Marcello si tiene in una villa sul mare, a Fregene, che si conclude con uno spogliarello collettivo. L’ultima scena del film si svolge sulla spiaggia antistante la villa, dove viene rinvenuta, morta, all’alba, una mostruosa creatura marina. Sulla riva Marcello sente una voce che lo chiama: è Paola, l’innocente ragazzina conosciuta per caso nella trattoria, che si trova al di là di un fiumiciattolo d’acqua. Marcello si volge verso di lei ma, pur non essendo lontano, non riesce a riconoscerla né a udirne le parole ed infine i due si allontanano.

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Plot:

La Dolce Vita is a 1960 film by the critically acclaimed director Federico Fellini. The film is a story of a passive journalist’s week in Rome, and his search for both happiness and love that will never come. Cited as the film that signals the split between Fellini’s earlier neo-realist films and his later art films, it is considered one of the great achievements in world cinema. Based on the most common interpretation of the storyline, the film can be divided into a prologue, seven major episodes interrupted by an intermezzo, and an epilogue. If the evenings of each episode were joined with the morning of the respective preceding episode together as a day, they would form seven consecutive days, which may not necessarily be the case.

1st Day Sequence: A helicopter transports a statue of Christ over an ancient Roman aqueduct outside Rome while a second, Marcello’s news helicopter, follows it into the city. The news helicopter is momentarily sidetracked by a group of bikini-clad women sunbathing on the rooftop of a high-rise apartment building. Hovering above, Marcello uses gestures to elicit phone numbers from them but fails in his attempt then shrugs and continues on following the statue into Saint Peter’s Square.

1st Night Sequence: Marcello meets Maddalena (Anouk Aimée) by chance in an exclusive nightclub. A beautiful and wealthy heiress, Maddelena is tired of Rome and constantly in search of new sensations while Marcello finds Rome suits him as a jungle he can hide in. They make love in the bedroom of a prostitute to whom they had given a ride home in Maddalena’s white Cadillac.

1st Dawn Sequence: Marcello returns to his apartment at dawn to find that his fiancée, Emma (Yvonne Furneaux), has overdosed. On the way to the hospital, he declares his ever-lasting love to her and again as she lies in a semi-conscious state in the emergency room. While waiting frantically for her recovery, however, he tries to make a phone call to Maddelena.

2nd Day Sequence: That day, he goes on assignment for the arrival of Sylvia (Anita Ekberg), a famous Swedish-American actress, at Ciampino airport where she is met by a horde of news reporters.

During Sylvia’s press conference, Marcello calls home to ensure Emma has taken her medication while reassuring her that he is not alone with Sylvia. After the film star confidently replies to the barrage of journalists’ questions, Marcello casually recommends that Sylvia be taken on a tour of St Peter’s.

Inside St Peter’s dome, a news reporter complains that Sylvia is “an elevator” as none of them can match her energetic climb up the endless flights of stairs. Inspired, Marcello manoeuvres forward so as to be alone with her when both reach the balcony overlooking the Vatican.

2nd Night Sequence: That evening, an infatuated Marcello dances with Sylvia in the Baths of Caracalla. Sylvia’s natural sensuality triggers raucous partying while Robert (Lex Barker), her bored fiancé, reads a newspaper. His humiliating remark to her causes Sylvia to leave the group, eagerly followed by Marcello and his paparazzi colleagues. Finding themselves alone, Marcello and Sylvia spend the rest of the evening in the alleys of Rome where they wade into the Trevi Fountain.

2nd Dawn Sequence: Like a magic spell that has suddenly been broken, dawn arrives at the very moment Sylvia playfully “anoints” Marcello’s head with fountain water. They drive back to Sylvia’s hotel to find an enraged Robert waiting for her in his car. Robert slaps Sylvia, ordering her to go to bed, and then assaults Marcello who takes it in stride.

3rd Day Sequence: Marcello meets Steiner (Alain Cuny), his distinguished intellectual friend, inside a church playing Bach on the organ.

4th Day Sequence: Late afternoon, Marcello, his photographer friend Paparazzo (Walter Santesso), and Emma drive to the outskirts of Rome to cover the story of the purported sighting of the Madonna by two children. Although the Catholic Church is officially sceptical, a huge crowd of devotees and reporters gathers at the radio and ite.

3rd Night Sequence: That night, the event is broadcast over television. Blindly following the two children from corner to corner in a downpour, the crowd tears a small tree apart for its branches and leaves said to have sheltered the Madonna. Meanwhile, Emma prays to the Virgin Mary to be given sole possession of Marcello’s heart.

3rd Dawn Sequence: The gathering ends at dawn with the crowd mourning a sick child, a pilgrim brought by his mother to be healed, but trampled to death in the melee.

4th Night Sequence: One evening, Marcello and Emma attend a gathering at Steiner’s luxurious home where they are introduced to an absurd group of intellectuals who recite inane poetry, strum the guitar, offer shallow ideas, and listen to sounds of nature recorded on tape. While one of the women declares it better not to get married so that one does not need to choose, Marcello responds that it is better to be chosen than to choose. Emma appears enchanted with Steiner’s home and children, telling Marcello that one day he will have a home like Steiner’s.

Outside on the terrace, Marcello confesses to Steiner his admiration for all he stands for, but Steiner admits he is torn between the security that a materialistic life affords and his longing for a more spiritual albeit insecure way of life. Steiner philosophizes about the need for love in the world and fears what his children may grow up to face one day.

5th Day Sequence: Marcello spends the afternoon working on his novel at a seaside restaurant where he meets Paola (Valeria Ciangottini), a young waitress from Perugia playing Perez Prado’s cha-cha Patricia on the jukebox and then humming its tune. He asks her if she is engaged then describes her as an angel in Umbrian paintings.

5th Night Sequence: Marcello meets his father (Annibale Ninchi) visiting Rome on the Via Veneto. With Paparazzo, they go to the Cha-Cha-Cha Club where Marcello introduces his father to Fanny (Magali Noël), a beautiful dancer, effectively offering him female companionship for the night. When Fanny invites Marcello’s father back to her flat, he suffers a mild heart attack.

4th Dawn Sequence: Despite Marcello’s insistence that he stay and talk, his father hops a taxi to catch the first train home.

6th Night Sequence: Marcello, Nico (Nico), and other friends met on the Via Veneto are driven to a castle owned by aristocrats at Bassano di Sutri outside Rome. There, Maddalena seats Marcello in a vast room and then installs herself in another connected by an echo chamber. Professing her love and devotion to Marcello, Maddalena asks him to marry her while being kissed and fondled by another man. Unaware of her duplicity, Marcello offers confused replies that simply echo in a void.

When the group explores a suite of ruins annexed to the castle, Marcello is seduced by Jane, a man-eating American heiress (Audrey MacDonald).

5th Dawn Sequence: Burnt out and bleary-eyed, the group returns at dawn to the main section of the castle.

7th Night Sequence: Marcello has a violent argument with Emma in which both agree to end the relationship. With her consent, he leaves her at the side of the road and drives off. After a change of heart, he returns to find her contentedly picking flowers at the same spot he left her. They make up and return home together.

6th Dawn Sequence: While in bed with Emma, Marcello receives a phone call. He rushes to the Steiners’ apartment and learns that Steiner has killed himself and his two children.

6th Day Sequence: After waiting with the police for Steiner’s wife to return home, he meets her outside to break the terrible news while paparazzi swarm around her snapping pictures.

8th Night Sequence: That evening, Marcello and a group of partygoers break into a Fregene beach house owned by Riccardo, a friend of Marcello’s. To celebrate her recent divorce from Riccardo, Nadia performs a striptease to Perez Prado’s cha-cha Patricia. The drunken Marcello attempts to provoke the other partygoers into an orgy. Due to their inebriated states, however, the party descends into mayhem with Marcello throwing pillow feathers around the room as he rides a young woman crawling on her hands and knees.

7th Dawn Sequence: The party proceeds to the beach at dawn where they find a modern-day leviathan, a bloated stingray-like creature, caught in the fishermen’s nets. In his stupor, Marcello comments on how its eyes stare even in death.

7th Day Sequence: Paola, the adolescent waitress from the seaside restaurant in Fregene, yells for Marcello’s attention from across an estuary but the words they exchange are lost on the wind, drowned out by the crash of the waves. He signals his inability to understand what she is saying or interpret her enigmatic gestures. Giving up, he shrugs and turns to join the partygoers as they move away from the coastline. The film ends in a long close-up of Paola’s sad yet smiling face.

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Sinopsis:

La dolce vita (1960) es un pelicula dirigido por Federico Fellini. Es considerado como la pelicula que marca la separación entre sus anteriores trabajos neorrealistas y su posterior periodo simbolista.

Carente de una estructura tradicional en su trama, la pelicula presenta una serie de noches y mañanas a lo largo de la Via Veneto en Roma, vistas desde los ojos de su personaje principal, un reportero de sociales llamado Marcello (interpretado por Marcello Mastroianni). Marcello es un hombre que no está comprometido con nada, como lo demuestran sus relaciones con su simple y celosa amante Emma (Yvonne Furneaux), con una sofisticada mujer (Anouk Aimée) con la cual tiene una relación temporal, y una espectacular actriz americana de nombre Silvia (Anita Ekberg) a la cual sigue mientras ésta vaga en Roma (incluyendo la notable escena de su baño nocturno en la Fontana de Trevi) y con una multitud de otros personajes que habitan en Via Veneto. Marcello quiere dejar su trabajo como columnista de chismes para convertirse en novelista, pero parece que nunca es capaz de concentrarse lo suficiente para hacer algún progreso en sus escritos.

En la famosa primera escena del filme, Marcello está en un helicóptero para llevar al Vaticano una estatua de Jesús. En el camino, el helicóptero se para para observar a un grupo de mujeres que están tomando el sol en una azotea. Marcello pregunta a las mujeres por su número telefónico y éstas le preguntan hacia dónde lleva la estatua. El ruidoso motor del helicóptero evita el mutuo entendimiento. Este tema de la falta de comunicación se vuelve a tocar a lo largo del filme.

Entre los episodios más famosos de La dolce vita están la gran escena goyesca del falso milagro, donde dos niños mienten acerca de una supuesta aparición de la Virgen en las afueras de Roma, en donde se ve una multitud inmensa, y el episodio de Steiner (interpretado por Alain Curry), un amigo intelectual de Marcello con una vida familiar perfecta, quien termina asesinando a sus hijos y cometiendo suicidio. Tras la muerte de Steiner, Marcello se adentra en una vida sin sentido de orgías, el final es simbólico, hace mención al tema de la incomunicación, y a la decisión final de Marcello, terminando con una clara interrogación dirigida al espectador

Itinerari da ripercorrere:

Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note Fontane di Roma, ed è considerata all’unanimità una delle più celebri fontane del mondo.

La settecentesca fontana, progettata da Nicolò Salvi, è un connubio di classicismo e barocco adagiato su un lato di Palazzo Poli.

Il tema della scultura è il mare. La scenografia è dominata da un cocchio, a forma di conchiglia sul quale è adagiata la grande statua di Oceano di Pietro Bracci, affiancata nelle nicchie laterali dalle statue della Salubrità e dell’Abbondanza, opera di Filippo della Valle; il cocchio è trainato da cavallucci marini, a loro volta preceduti da tritoni. Nella fontana, scultura e architettura barocca si compenetrano e si fondono perfettamente, in un suggestivo spettacolo acquatico.

È stata profondamente restaurata nel 1998, quando è stata ripulita ed è stato ammodernato e sistemato anche l’impianto idraulico.

Probabilmente l’imponenza stessa della fontana è all’origine di leggende e aneddoti che le si infittiscono attorno.

  • Il lancio della monetina: la tradizione più conosciuta e persistente dice che (citata anche nella canzone Arrivederci Roma) lanciando di spalle una moneta dentro la fontana ci si propizia un futuro ritorno nella città. Si ignorano le origini della tradizione, che però potrebbe scaturire nell’usanza di gettare nelle fonti sacre oboli o piccoli doni per propiziarsi la divinità locali.
  • L’acqua dell’amore: quando se ne attingeva ancora acqua da bere (e l’acqua di Trevi era considerata tra le migliori di Roma, per non essere calcarea come l’Acqua Marcia; oggi si usa solo per irrigazione e per alimentare le fontane), le ragazze ne facevano bere un bicchiere al fidanzato che partiva – bicchiere che poi frantumavano in segno e augurio di fedeltà.

 

  • Turisti: oggi piazza di Trevi è un tipico caso di “turismo insostenibile”: affollata ad ogni ora del giorno e della notte da centinaia di turisti, ambulanti, cacciatori di occasioni, è possibile goderne la bellezza praticamente solo fra le 3 di notte e le 9 di mattina, soprattutto d’estate e nei periodi di alta stagione turistica.

The Trevi Fountain is a fountain in the Trevi rione in Rome, Italy. Standing 25.9 meters (85 feet) high and 19.8 meters (65 feet) wide, it is the largest Baroque fountain in the city.

The backdrop for the fountain is the Palazzo Poli, given a new facade with a giant order of Corinthian pilasters that link the two main stories. Taming of the waters is the theme of the gigantic scheme that tumbles forward, mixing water and rockwork, and filling the small square. Tritons guide Oceanus’ shell chariot, taming hippocampi.

In the centre is superimposed a robustly-modelled triumphal arch. The centre niche, or exedra, framing Oceanus has free-standing columns for maximal light and shade. In the niches flanking Oceanus, Abundance spills water from her urn and Salubrity holds a cup from which a snake drinks. Above, bas reliefs illustrate the Roman origin of the aqueducts.

A traditional legend holds that if visitors throw a coin into the fountain, they are ensured a return to Rome. Among those who are unaware that the “three coins” of Three Coins in the Fountain were thrown by three different individuals, a reported current interpretation is that two coins will lead to a new romance and three will ensure either a marriage or divorce. A reported current version of this legend is that it is lucky to throw three coins with one’s right hand over one’s left shoulder into the Trevi Fountain.

An estimated 3,000 euros are thrown into the fountain each day. The money has been used to subsidize a supermarket for Rome’s needy. However, there are regular attempts to steal coins from the fountain.

La Fuente de Trevi (en italiano Fontana di Trevi) es la mayor (con 25,9 m de alto y 19,8 de ancho) y más ambiciosa de las fuentes barrocas de Roma (Italia). Según la actual división administrativa del centro de Roma, está situada en el rione de Trevi.

El telón de fondo de la fuente es el Palacio Poli, al que da una nueva fachada con un orden gigante de pilastras corintias que enlazan las dos plantas. Domando las aguas es el tema del gigantesco proyecto que se extiende hacia delante, mezclando agua y roca tallada, hasta llenar la pequeña plaza. Dos tritones guían la carroza en forma de concha de Neptuno, domando sendos caballos de mar.

En el centro está sobrepuesto un arco del triunfo robustamente modelado. El nicho o exedra central enmarcando a Neptuno tiene columnas exentas para mejores luces y sombras. En los nichos flanqueando a Neptuno, Abundancia vierte agua de su urna y Salubridad sostiene una copa de la que bebe una serpiente. Encima, unos bajorrelieves ilustran el origen romano de los acueductos.

Los tritones y caballos proporcionan un equilibrio simétrico, con el máximo contraste en su pose y disposición (para 1730 el Rococó ya había florecido en Francia y Alemania).

Dopo esserci impressionati dalla maestosità e la meraviglia di questo monumento, ci spostiamo dall’ altra parte di Roma per visistare uno dei quartieri più recenti della città. Dove tra architetture perfettamente simmetriche, linearità e rigore della struttura, vengono ambientate altre scene del film in questione.

Il complesso dell’ E.U.R., voluto da Benito Mussolini, fu pianificato per celebrare i vent’anni della marcia su Roma e della presa del potere da parte del fascismo, in occasione di una fastosa fiera internazionale. La manifestazione, ideata a partire dal 1935 su proposta di Giuseppe Bottai sul modello delle precedenti esposizioni universali, si sarebbe dovuta tenere negli anni 1941-1942. L’ente autonomo preposto alla realizzazione dell’evento e delle opere architettoniche fu costituito il 26 dicembre 1936. L’area interessata fu identificata in quella allora nota come Tre Fontane. In termini urbanistici, il nuovo quartiere fu progettato per diventare il polo dell’espansione a sud-ovest della città, verso il mare. Avrebbe dovuto essere sede delle “Olimpiadi della Civiltà”, e andare a costituire il nuovo centro di Roma.

Nel 1936, il Commissario generale dell’Ente E42 (Esposizione 1942), Vittorio Cini, presentò a Mussolini una rosa dei maggiori nomi dell’Architettura del tempo comprendente Libera, Del Debbio, Terragni, Michelucci, Montuori e Muzio. Tra i numerosi nomi proposti, vennero scelti gli architetti Piacentini (il quale ebbe anche la direzione del progetto), Pagano, Piccinato, Vietti e Rossi. Il primo progetto, dalle velleità monumentali, fu presentato nel 1938 e si estendeva su 400 ettari. Originariamente noto come E42 , il suo nome fu variato in E.U.R. (acronimo di Esposizione Universale di Roma). L’esposizione, tuttavia, non ebbe mai luogo a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale, e il progetto originario non fu mai portato a termine: il progetto definitivo fu infatti presentato nel 1939, a guerra iniziata, e i lavori (drasticamente rallentati dalla situazione bellica) si interruppero solo tre anni dopo, proprio nell’anno 1942 nel quale, secondo le intenzioni, il complesso avrebbe dovuto essere inaugurato.

Il progetto fu ridefinito e completato negli anni successivi con edifici moderni, palazzi congressuali e architetture sportive.

Il progetto venne presentato nel 1938, sotto la direzione di Marcello Piacentini. Il modello è ispirato, secondo l’ideologia fascista, all’urbanistica classica romana, apportandovi gli elementi del Razionalismo Italiano, che rimane minoritario, rispetto a quel “neoclassicismo semplificato” propugnato dal Piacentini. Lontane rimangono le esperienze delle città d’ispirazione Moderna, che negli anni precedenti si sono esplicitate, o nell’oltremare o in piccoli aggregati urbani come Portolago o Sabaudia.

La struttura prevede un impianto viario ad assi ortogonali e edifici architettonici maestosi ed imponenti, massicci e squadrati, per lo più costruiti con marmo bianco e travertino a ricordare i templi e gli edifici della Roma imperiale.

L’elemento simbolo di questo modello architettonico è il cosiddetto “Colosseo Quadrato

soprannome dato al Palazzo della Civiltà Italiana (noto anche come Palazzo della Civiltà del Lavoro) opera degli architetti Guerrini, La Padula e Romano e ispirato all’arte metafisica.

The Esposizione Universale Roma (EUR, originally called E42) is a large complex, now a suburban area and business centre, in Rome, Italy. It was started in 1935 by Benito Mussolini and planned to open in 1942 to celebrate twenty years of Fascism. In urban planning terms, E42 was designed to direct the expansion of the city towards the south-west, connecting it to the sea. The planned exhibition never took place due to World War II.

After a period of controversy over its architectural and urban planning principles, the project to design EUR was commissioned from the leaders of both of the rival factions in Italian architecture: Marcello Piacentini for the “reactionaries” and Giuseppe Pagano for the “progressives”. Each of them brought in their own preferred architects to design individual buildings within the complex. EUR offers a large-scale image of how urban Italy might have looked, if the Fascist regime had not fallen; wide axially planned streets and austere buildings of either stile Littorio, inspired by ancient Roman architecture, or Rationalism, modern architecture but built using traditional limestone, tuff and marble.

The most representative building of the “Fascist” style at EUR is Palazzo della Civiltà Italiana (1938-1943), an iconic project which has since become known as the “Colosseo Quadrato”

La Esposizione Universale Roma (EUR, originalmente llamado E42) es un amplio complejo, hoy una zona suburbana y centro de negocios, en Roma, Italia. Se empezó en 1935 por Benito Mussolini y estaba planeado inaugurarlo en 1942 para celebrar los veinte años de Fascismo. En términos urbanísticos, E42 fue diseñado para dirigir la expansión de la ciudad hacia el suroeste, conectándola con el mar. La exposición planeada nunca tuvo lugar debido a la derrota italiana en la Segunda Guerra Mundial.

Después de un periodo de controversia sobre sus principios arquitectónicos y urbanísticos, el proyecto para diseñar EUR fue encargado a los líderes de las dos facciones rivales en la arquitectura italiana: Marcello Piacentini por los «reaccionarios» y Giuseppe Pagano por los «progresistas». Cada uno de ellos aportó sus arquitectos preferidos para diseñar edificios individuales dentro del complejo. EUR ofrece una imagen a gran escala de cómo la Italia urbana podría haber sido, si no hubiera caído el régimen fascista; amplias calles planeadas axialmente y edificios austeros de stile Littorio, inspirado por la antigua arquitectura romana, o racionalismo, arquitectura moderna pero construida usando tradicionales piedra caliza, toba volcánica y mármol.

El edificio más representativo del estilo «fascista» en EUR es el Palazzo della Civiltà Italiana o Palazzo della Civiltà del Lavoro (1938-1943), un proyecto icónico que desde entonces ha sido conocido como el Colosseo Quadrato («el Coliseo cuadrado»).

Che siano scorci Settecenteschi, o quartieri del Novecento, Roma in quanto Caput Mundi sa come lasciare senza fiato sia il turista che il romano. Il quale  non smetterà mai di mirare e rimirare la sua città, ogni volta come se fosse la prima, e dentro di sè pensare: “Quanto sei bella!”…

il Gladiatore

15 Giu

Trama

La trama racconta di Massimo Decimo Meridio un valente generale che condusse l’esercito romano ad una leggendaria vittoria nella guerra contro i Barbari in Germania. Il generale si guadagna così la stima dell’anziano imperatore romano Marco Aurelio che sentendo prossima la fine sceglie come suo successore Massimo al posto del figlio Commodo. Massimo ha quindi il compito di far tornare Roma una repubblica, restituendo il potere al senato ovvero al popolo.

Continueremo quindi alla scoperta dei luoghi di culto pagano di maggior interesse dell’era antica di Roma, visiteremo a fondo il Templio di Adriano, il Pantheon, il tempio di Marte Ultore (vendicatore) antico Dio pagano della guerra, dove probabilmente il generale Massimo protagonista del film si ritirò in preghiera in attesa di scegliere il suo destino dopo la tanto sconvolgente quanto entusiasmante richiesta di successione datagli dal suo imperatore Marco Aurelio. Fino ad arrivare alla scoperta di quanto più meraviglioso e mitico ci possa essere nella città eterna: il Colosseo.

Anfiteatro che fa da cornice alla sconvolgente battaglia che durante le scene finali del film avviene tra Massimo Decimo Meridio e l’imperatore Commodo, nonchè palcoscenico universalmente conosciuto di mitiche giornate dell’era antica all’insegna del divertimento e della violenza, cosi come era solito fare.
Proseguiremo il nostro itinerario costeggiando il Vittoriano, affascinantissimo monumento di costruzione ben più recente, ma inevitabile; siamo a Roma signori e signori, qui storia arte e cultura non possono essere ignorati, passo dopo passo. Attraversando Via del Corso e all’occorrenza dedicandoci ad un po di sano shopping tra le griffe più rinomate di Roma, ci troveremo come d’incanto a Piazza Colonna, sede della colonna di Marco Aurelio, rappresentazione storica delle guerre Macromanniche, intraprese dall’imperatore, vera e propria fonte ispiratrice del film stesso.
Continueremo facendovi conoscere uno dei più importanti musei siti in Roma: i musei capitolini, dove oltre alle varie statue e rappresentazioni figurate dei differenti personaggi del film, potrete ammirare e vedere direttamente riproduzioni e veri pezzi storici di armature ed armi utilizzate in antichità dai legionari e gladiatori romani.
Da qui direzione finale verso Villa Quintili, sull’Appia Antica dove si conclude il nostro tour guidato; faremo visita all’antica villa romana che fu residenza di Commodo, imperatore e nel film antagonista del nostro eroe Massimo Decimo Meridio.
Venite perciò a conoscere Roma sotto un altro aspetto; vale la pena ripercorrere le gesta di personaggi storici come l’imperatore Marco Aurelio e Comodo, in prima persona.
Roma ha molto da offrire, e noi sapremo farvela apprezzare al meglio.
Vi aspettiamo!

 

Vacanze Romane

15 Giu
 


Vacanze romane (Roman Holiday) è un film del 1953 diretto da William Wyler, interpretato da Gregory Peck e Audrey Hepburn.
Il film rese famosa in tutto il mondo la Hepburn, che prima di allora aveva interpretato ruoli secondari in varie produzioni britanniche ed era conosciuta dal pubblico statunitense per la sua interpretazione di Gigi, nell’omonima commedia teatrale. Le riprese del film iniziarono nell’estate del 1952 e terminarono a settembre dello stesso anno.
Il film è stato interamente girato a Roma e negli studi di Cinecittà  con grande impiego di manovalanza e comparse locali, le quali contribuiscono in odo fondamentale a rendere la pellicola credibile e coerente.
Il film di Wyler capovolge la storia di Cenerentola. Uscito nelle sale statunitensi nell’agosto 1953, il film ebbe un grande successo di pubblico e di critica, rendendo famoso lo “stile” di Audrey Hepburn che, dopo poco tempo, verrà pubblicizzato e seguito da tutte le riviste di moda del mondo, grazie alle splendide e note immagini del fotografo di scena Augusto Di Giovanni.
Il film è una commedia leggera e scanzonata, dove la vera protagonista è la città di Roma e i suoi luoghi più celebri. Della pellicola restano infatti impresse nella memoria le scene in cui si rende omaggio alle icone cittadine come il fiume Tevere, la scalinata di piazza del Popolo, la gita in vespa per le strade, il Colosseo, e la famosa scena in cui visitano la Bocca della Verità e Gregory Peck, infilando la mano, finge di averla persa.

Roman Holiday is a 1953 romantic comedy directed and produced by William Wyler and starring Gregory Peck and Audrey Hepburn. It was written by John Dighton and Dalton Trumbo.

Hepburn won an Academy Award for Best Actress for her performance; the screenplay and costume design also took statuettes.

The movie was filmed in Rome, in the Cinecittà’s Studios. In this movie Wyler turns the Cinderella’s story upside down. Came out in the U.S.A on August 1953, the movie was a great success and made Hepburn style famous all around the world, thanks to the wonderful pictures of Augusto Di Giovanni.

The movie is a light and funny comedy, of which the real main character is the city of Rome. We all remember some of the scenes that made those city icons immortal: the Tiber river, the Spanish Steps, the trip on Vespa, the Colosseum, the famous scene filmed at Bocca della Verità.

 

 

 Vacaciones en Roma (Roman Holiday) es una película dirigida por Willyam Wyler. El film ganó tres Oscar, a la mejor actriz principal (Audrey Hepburn), a la mejor narración para el cine, y al mejor vestuario, y obtuvo otras siete candidaturas, a la mejor película, al mejor director, al mejor actor de reparto (Eddie Albert), al mejor guión original, a la mejor dirección artística, a la mejor fotografía, y al mejor montaje. Este film catapultó a Audrey Hepburn a la fama, la química establecida entre Peck, Albert y la protagonista es tan evidente que se plasma en este film el encanto de las relaciones humanas simples, felices y sencillas que genera la personalidad fresca, rebosante y espontánea de la protagonista.

 

 

 
Trama
La Principessa Anna (Audrey Hepburn), reale di una nazione non specificata, affronta un viaggio diplomatico, visitando le grandi capitali del mondo, inclusa Roma. Una notte, sfinita dalla serie di obblighi che il suo ruolo le richiede, ha un collasso nervoso. Il suo medico le somministra un sedativo, ma, appena si ritrova sola nella sua stanza, la Principessa decide di fuggire e inizia a vagabondare per le strade di Roma.
L’effetto del sedativo non tarda a manifestarsi e la Principessa si addormenta in una via, dove viene trovata da Joe Bradley (Gregory Peck), giornalista statunitense che lavora per un’agenzia di stampa a Roma.
Joe cerca di farsi dare il suo indirizzo per accompagnarla a casa in taxi, ma la Principessa si rifiuta di confessare la sua identità e chiede di essere portata al Colosseo. Visto lo stato confusionale in cui versa la ragazza, il giornalista la crede ubriaca, non ha il coraggio di lasciarla sola e la porta a casa sua.
Il mattino seguente, recandosi al lavoro, Joe scopre che tutte le agenzie stampa hanno ricevuto un dispaccio in cui è comunicata la notizia di un improvviso malessere della Principessa Anna. Joe, che doveva recarsi ad una conferenza stampa per intervistare proprio la Principessa, vede la foto di Anna sul giornale e riconosce in lei la ragazza “ubriaca” che ha ospitato a casa sua. Immediatamente capisce di poter scrivere un articolo sensazionale e promette al suo capo (Hartley Power) di portagli un’intervista esclusiva e delle immagini della Principessa a Roma, facendosi promettere un largo compenso ed arrivando perfino a scommettere 500 dollari con l’incredulo principale sulla riuscita dell’impresa.
Joe chiama il suo amico e fotoreporter Irving Radovich (Eddie Albert) e gli comunica di avere per le mani un sensazionale scoop. Subito dopo si precipita a casa sua, dove trova la Principessa ancora addormentata. Al suo risveglio, la ragazza ricorda poco della notte precedente e Joe non da segno di aver riconosciuto in lei la Principessa Anna, che si presenta con il nome di Anya Smith. Dopo averlo ringraziato per il suo disturbo la Principessa si avvia per le strade di Roma, comportandosi come una normale turista, lasciandosi trasportare dai suoni e dai rumori di una Roma molto “popolare”.
Nel frattempo, però, Joe non ha perso di vista la ragazza e l’ha seguita di nascosto. Quando Anna si siede sulle scalinate di Piazza di Spagna, il giornalista finge di incontrarla per caso.
Iniziano a parlare e Anna confessa di essere scappata da un collegio e di voler provare, una volta nella vita, tutto quel che nella sua “prigione” non le è permesso fare. Joe le propone di accompagnarla e di esaudire il suo desiderio di “normalità”.
Incontrano anche Irving, il quale usa un finto accendino per farle delle foto. La Principessa, in compagnia di quelli che lei crede due imprenditori di fertilizzanti, fuma la sua prima sigaretta, visita il Colosseo, prova ad andare in Vespa, finendo perfino in questura con i due compagni.
Nel frattempo, i tutori della Principessa, preoccupati dalla sua scomparsa, richiamano a Roma un enorme numero di agenti in borghese che iniziano a cercarla in tutta Roma.
Dopo una giornata di allegri vagabondaggi, la ragazza propone di trascorrere la serata sul barcone lungo il Tevere. Giunti lì, Joe e Anna iniziano a ballare e, trovandosi stretti l’uno nelle braccia dell’altra, dai loro sguardi incomincia a trapelare un tenero sentimento reciproco. Durante la festa, però, gli agenti in borghese notano la Principessa e cercano di convincerla a tornare al palazzo. Joe interviene e immediatamente si scatena una rissa che vede la stessa Anna rompere bottiglie e chitarre in testa agli agenti, mentre Irving documenta il tutto con la sua macchina fotografica.
Joe e Anna riescono a fuggire, tuffandosi nelle acque del Tevere e, quando ne riemergono, divertiti ed eccitati dall’accaduto, si baciano sulle sponde del fiume. Tornati a casa, rivestiti e asciugati, i due sono costretti a salutarsi. Joe accompagna Anna nei pressi della sua ambasciata e, dopo un triste addio, la ragazza scompare nelle vie di Roma.
Rientrata a palazzo, Anna mostra un profondo cambiamento. Da giovane e quasi infantile sognatrice, si è trasformata in una vera a propria Principessa conscia dei suoi doveri.
Il giorno seguente, il principale di Joe si precipita da lui per richiedergli la famosa intervista esclusiva, ma il giornalista sostiene di non essere riuscito a ottenerla e, quando anche Irving arriva a casa sua con le foto in mano, Joe spiega all’incredulo amico di non voler più vendere l’articolo.
Qualche ora più tardi, entrambi si recano alla conferenza stampa organizzata per far incontrare la Principessa Anna con i giornalisti stranieri. Appena entrata, Anna riconosce immediatamente Joe e Irving e ne rimane delusa. Ma durante l’intervista Joe riesce, indirettamente, a comunicarle che non tradirà la sua fiducia. Quando la Principessa scende dal trono per salutare personalmente alcuni giornalisti intervenuti, fermatasi davanti a Joe e ad Irving riceve da quest’ultimo le foto della sua “Vacanza romana”, prova ulteriore della loro correttezza. Felice e sollevata, dissimulando i suoi sentimenti, Anna saluta Joe con un ultimo sorriso, per poi sparire per sempre dietro una porta.
 
Synopsis

Ann (Hepburn) is a royal princess of an unspecified country. She is on a widely publicized tour of several European capitals, including Rome. One night, she is overwhelmed by the strenuous demands of her official duties, where her day is tightly scheduled. Her doctor gives her a sedative to calm her down and help her sleep, but she secretly leaves her country’s embassy to experience Rome by herself.

The injection eventually takes effect and she falls asleep on a bench, where Joe Bradley (Peck), an expatriate American reporter working for the Rome Daily American, finds her. Not recognizing her, he offers her money so that she can take a taxi home, but a very woozy “Anya Smith” (as she calls herself) refuses to cooperate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Joe finally decides, for safety’s sake, to let her spend the night in his apartment. He is amused by her regal manner, but less so when she appropriates his bed. He transfers her to a couch without awakening her. The next morning, Joe hurries off to work, leaving the princess still asleep.

When his editor, Mr. Hennessy (Hartley Power), asks why he is late, Joe lies to him; he claims to have attended a press conference for the princess. Joe makes up details of the alleged interview until Hennessy informs him that the princess had suddenly “fallen ill” and the conference had been canceled. Joe sees a picture of her and recognizes the young woman. Joe and Hennessy end up making a bet on whether Joe can get an exclusive on the princess.

Joe shocks his royal friend, pretending to have lost a hand to the Mouth of Truth.Joe realizes he is sitting on a windfall. Hiding the fact that he is a reporter, he offers to show Rome to Anya, but not before getting his photographer friend, Irving Radovich (Eddie Albert), to tag along to secretly take pictures. However, Anya declines Joe’s offer and leaves.

Enjoying her freedom, on a whim, Anya gets her hair cut short in a barbershop. Joe follows and “accidentally” meets her again.

They spend the day seeing the sights, including the “Mouth of Truth”, a face carved in marble which is said to bite off the hands of liars. When Joe pulls his hand out of the mouth, it appears to be missing, causing Anya to scream. He then pops his hand out of his sleeve and laughs. (Hepburn’s shriek was not acting — Peck decided to pull a gag he had once seen Red Skelton do, and did not tell his co-star beforehand.)

Joe and Anya on a Vespa ride through Rome — a ride that ends at the police station. Later, Anya shares with Joe her dream of living a normal life without her crushing responsibilities.


That night, at a dance on a boat, government agents finally track her down and try to escort her away, but a wild melee breaks out and Joe and Anya escape. Through all this, they gradually fall in love, but Anya realizes that their relationship cannot continue. She finally bids farewell to Joe and returns to the embassy.

During the course of the day, Hennessy learns that the princess is missing, not ill as claimed. He suspects that Joe knows where she is, and tries to get him to admit it, but Joe claims to know nothing about it. Knowing Joe’s feelings for Anya, Irving reluctantly decides not to sell his photos.

The next day, Princess Ann appears at the delayed news conference, and is surprised to find Joe and Irving among the members of the press. Irving takes her picture with the same miniature cigarette lighter/camera he had used the previous day. He then presents her with the photographs he had taken that day, discreetly tucked in an envelope, as a memento of her adventure. Joe lets her know, by allusion, that her secret is safe with them. She, in turn, works into her bland statements a coded message of love and gratitude to Joe. She then departs, leaving Joe to linger for a while, contemplating what might have been.

Trama

La princesa Anna (Audrey Hepburn) se encuentra en Roma en visita oficial. Cansada de sus obligaciones y de la soledad de su mundo real, decide escaparse durante la noche y vivir la vida de un ser común y corriente, sin formulismos ni pantallas sociales. Se queda dormida en la calle y es recogida por un americano quien la lleva a su apartamento y la acuesta en su propia cama.

El americuna exclusiva de 5000 dólares sobre sus vivencias en su momento sabático, pero sin que ella se dé cuenta y para ello hace que su amigo y fotógrafo le saque fotos a escondidas para después publicarlas y hacerse famoso. Ella está encantada por conocer la ciudad como una persona más.ano resulta ser un periodista llamado Joe Bradley (Gregory Peck), quien se ofrece a hacer de guía para ella en Roma. En un principio, el principal interés de Bradley al reconocerla como la princesa que es, es conseguir una exclusiva de 5000 dólares sobre sus vivencias en su momento sabático, pero sin que ella se dé cuenta y para ello hace que su amigo y fotógrafo le saque fotos a escondidas para después publicarlas y hacerse famoso. Ella está encantada por conocer la ciudad como una persona más.

Durante el día que pasan juntos, se divierten, pasan bochornos en la vía pública, van a una fiesta nocturna, surge algo entre ellos hasta que descubren que se han enamorado. Cuando la ausencia de la princesa ya no se puede prolongar surge el conflicto entre el deber y los sentimientos y la princesa debe tomar una dura decisión. Ella se despide de Bradley diciendo que jamás olvidará esos momentos y se besan apasionadamente como despedida final. Bradley decide no publicar las fotos como una forma de respetar la privacidad y los sentimientos albergados mutuamente y en una recepción oficial de la princesa Anna a la prensa, Bradley y su amigo concurren y le pasan las fotos a la princesa quien agradece la confidencialidad y ella devuelve la mirada de amor a Bradley y una hermosa sonrisa, para despedirse en silencio.

 
Curiosità
Inizialmente la regia del film era stata affidata a Frank Capra.
Il ruolo di Joe Bradley era stato proposto a Cary Grant, il quale aveva rifiutato, affermando di essere troppo vecchio per recitare un ruolo sentimentale accanto ad Audrey Hepburn.
Per il ruolo della Principessa Anna i produttori avevano preso in considerazione Elizabeth Taylor.
Il provino di Audrey Hepburn è diventato leggendario. Dopo aver provato su copione, mentre veniva ripresa, le fu detto che la scena era finita e che poteva rilassarsi. In realtà la telecamera era ancora in funzione. La Hepburn, ignara, si alzò dal letto e sorridente ed emozionata chiese come era andata. Poco dopo si accorse che tutta la troupe la guardava silenziosamente e che le luci erano ancora accese. Dopo aver visto la reazione fresca e spontanea della giovane attrice, Wyler si convinse di aver trovato la sua Principessa Anna.
Durante le scene girate in esterni, assistevano alle riprese migliaia di romani. Gregory Peck racconta che, dopo ogni scena, Wyler ascoltava le reazioni della gente. Se sentiva dire “un’altra, giratela un’altra volta”, lo faceva, se sentiva commenti come “buona, questa è buona” si fidava del pubblico e teneva la scena.
La casa in cui Joe ospita la principessa Anna si trova in via Margutta, 51.
Il film rese famosa in tutto il mondo la Vespa.
Riconoscimenti
Il film ha ricevuto dieci nomination ai Premi Oscar 1954, tra cui quelle per miglior film e miglior regista, vincendo i premi per la miglior attrice (a Audrey Hepburn), il miglior soggetto e i migliori costumi bianco e nero.
 
Curiosidades

Esta película fue el primer papel protagonista de Audrey Hepburn en el mundo del cine. La actriz belga no había realizado grandes papeles hasta entonces. Una vez hecho el rodaje, la productora quería que Gregory Peck (estrella consolidada en Hollywood) encabezara en solitario los créditos. Pero Peck se negó argumentando que Audrey Hepburn iba camino de ser una gran estrella.

Wyler corrió el riesgo de contratar como guionista a Dalton Trumbo, hombre marcado por la Comisión de Actividades Antiamericanas del senador McCarthy (Comisión Warren). Trumbo trabajó bajo el sobrenombre de Ian McLellan Hunter. Cuarenta años después, la película se reeditó con la introducción de Dalton Trumbo (con su auténtico nombre) en los títulos de crédito.

Esta película supuso toda una innovación en el rodaje de exteriores. Wyler desechó la idea de rodar con escenarios artificiales porque quería que la auténtica Roma fuese la tercera protagonista de la película.

Peck preparó una broma a Hepburn en la escena de La boca de la verdad. La leyenda sobre este monumento (y que se explica en la película) cuenta que quien miente pierde la mano al introducirla en la boca. Así, Peck, sin previo aviso a la actriz, mete la mano y la esconde por debajo de su manga. Esto provoca el susto real de Hepburn. Wyler no dudó un momento en meter la escena de la broma en la película al ver la reacción de Hepburn.

Las hijas de Wyler tienen un pequeño papel en la pelicula. En la escena en la que Peck quiere “tomar prestada” la cámara de fotos de una niña, esta misma niña y la que avisa a la maestra, son hijas del director.

Cary Grant rechazó el papel protagonista de esta pelicula, que posteriormente fue ofrecido a Gregory Peck, quien bromeaba diciendo que cada vez que le ofrecian un papel pensaba que ya lo había rachazado Grant.

 

Itinerario del film/ Movie itinerary/Itinerario de la pelìcula
Il film ripercorre diverse tra le più belle e importanti location della capitale. Una delle prime scene ,la fuga della regina dal palazzo, vede protagonista  via delle Quattro Fontane , caratterizzata appunto dalla presenza ai quattro angoli dell’incrocio, di quattro fontane che danno il nome all’incrocio, all’omonima strada, e alla Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, che Francesco Borromini costruì tra il 1638 e il 1663 (talvolta chiamata San Carlino). Caratteristica unica a Roma, dall’incrocio si possono vedere, in lontananza, gli obelischi di Santa Maria Maggiore (a est), di Trinità dei Monti (a ovest) e del Quirinale (a sud), nonché la michelangiolesca facciata interna di Porta Pia (a nord).
La scena sul furgone delle bibite si svolge a piazza della Relubblica, storica piazza di Roma, chiamata fino agli anni ‘5° Piazza Esedra (come è ancora conosciuta localmente). È situata a pochi metri dalla stazione Termini, di fronte le Terme di Diocleziano. Dalla piazza parte una delle vie fondamentali della  città, via Nazionale.
La regina Anna e il giornalista Joe Bradley si incontrano a via dei Fori Imperiali, già via dell’Impero,  una strada moderna di Roma, che riprende l’attuale nome dai resti degli antichi Fori imperiali, che attraversa. La strada collega Piazza Venezia al Colosseo.
Il giornalista Gregory Peck, credendo la ragazza ubriaca, non ha il coraggio di lasciarla sola e la porta nel suo appartamento di via Margutta 51. Via Margutta è una piccola via del centro di Roma, nel rione Campo Marzio, zona nota come il quartiere degli stranieri, alle pendici del monte Pincio, luogo di gallerie d’arte e di ristoranti alla moda, che anticamente ospitava botteghe artigiane e stalle.
Negli anni cinquanta, dopo il film Vacanze Romane per l’appunto, diventa una strada esclusiva, residenza di personaggi famosi, come Federico Fellini.
Si tratta di una parallela di via del Babuino, la strada che va da piazza del Popolo a piazza di Spagna.
Vicino  Fontana di Trevi si trova il parrucchiere dal quale si reca la principessa Anna per il radicale taglio di capelli che dopo l’uscita del film lancerà una moda.
La Fontana di Trevi è la più grande ed una fra le più note Fontane di Roma, ed è considerata all’unanimità una delle più celebri fontane del mondo.
La settecentesca fontana, progettata da Nicolò Salvi, è un connubio di classicismo e barocco adagiato su un lato di Palazzo Poli. Il tema della scultura è il mare. La scenografia è dominata da un cocchio, a forma di conchiglia sul quale è adagiata la grande statua di Oceano di Pietro Bracci, affiancata nelle nicchie laterali dalle statue della Salubrità e dell’Abbondanza, opera di Filippo della Valle; il cocchio è trainato da cavallucci marini, a loro volta preceduti da tritoni. Nella fontana, scultura e architettura barocca si compenetrano e si fondono perfettamente, in un suggestivo spettacolo acquatico.
Una celebre tradizione vuole che porti fortuna lanciare una moneta nella fontana volgendole le spalle, perché in questo modo si tornerà sicuramente nella città. Le monete, raccolte quotidianamente, vengono destinate dal comune di Roma ad opere caritatevoli.
È stata profondamente restaurata nel 1998, quando è stata ripulita ed è stato ammodernato e sistemato anche l’impianto idraulico.
Sulla scalinata di piazza di Spagna la principessa Anna e il giornalista Joe si rincontrano mentre la principessa mangia un gelato.
 
Piazza di Spagna, con la scalinata di Trinità dei Monti, è una delle più famose piazze di Roma. Deve il suo nome al palazzo di Spagna, sede dell’ambasciata dello stato iberico presso la Santa Sede. Al centro della piazza vi è la famosa Fontana della Barcaccia, che risale al primo periodo barocco, scolpita da Pietro Bernini e da suo figlio, il più celebre Gian Lorenzo Bernini.
All’angolo destro della scalinata vi è la casa del poeta inglese John Keats, che vi visse e morì nel 1821, oggi trasformata in un museo dedicato alla sua memoria e a quella dell’amico Percy Bysshe Shelley, piena di libri e memorabilia del Romanticismo inglese. All’angolo sinistro c’è, invece, la sala da tè Babington’s fondata nel 1893.
Dal lato di via Frattina sorge il Palazzo di Propaganda Fide, di proprietà della Santa Sede. Di fronte alla sua facciata, progettata dal Bernini (mentre la facciata laterale è invece del Borromini), svetta la colonna dell’Immacolata Concezione, che fu innalzata due anni dopo la proclamazione del dogma (1856).
La monumentale scalinata di 135 gradini fu inaugurata da papa Benedetto XIII in occasione del Giubileo del 1725; essa venne realizzata (grazie a dei finanziamenti francesi del 1721-1725) per collegare l’ambasciata borbonica spagnola (a cui la piazza deve il nome) alla chiesa di Trinità dei Monti.
Nella scena girata nella piazza del  Pantheon la principessa e il giornalista sono seduti al bar con il fotografo amico di Joe, che Anna crede essere un imprenditore di fertilizzanti socio di Joe.
Il Pantheon (“tempio di tutti gli dei”) è un edificio di Roma antica, costruito come tempio dedicato alle divinità dell’olimpo. I Romani lo chiamano amichevolmente la Rotonna (“la Rotonda”), dal nome della piazza antistante. Fu fatto ricostruire dall’imperatore Adriano intorno al 126, dopo che un incendio aveva danneggiato la costruzione precedente di età augustea.
All’inizio del VII secolo il Pantheon è stato convertito in chiesa cristiana, chiamata Santa Maria ad Martyres, il che gli ha consentito di sopravvivere quasi integro alle spoliazioni apportate agli edifici della Roma classica dai papi.
Per fuggire dagli innumerevoli agenti in borghese che cercano la principessa, i due protagonisti fuggono in vespa insieme passando per il Colosseo e piazza Venezia.
Il Colosseo, originariamente conosciuto come Anfiteatro Flavio o semplicemente come Amphitheatrum, è il più famoso anfiteatro romano, ed è situato nel centro della città di Roma. In grado di contenere fino a 50.000 spettatori, è il più grande e importante anfiteatro romano, nonché il più imponente monumento della Roma antica che sia giunto fino a noi.
L’edificio forma un’ellisse di 527 m di circonferenza, con assi che misurano 187,5 m per 156,5 m. L’arena all’interno misura 86 m per 54 m, con una superficie di 3.357 m². L’altezza attuale raggiunge i 48,5 m, ma originariamente arrivava ai 52 m.
Il Colosseo, come tutto il centro storico di Roma, è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell’umanità dall’UNESCO nel 1980. Nel 2007 il complesso è stato anche inserito fra le Sette meraviglie del mondo moderno nell’ambito di un controverso concorso.
Piazza Venezia è una celebre piazza di Roma. È situata ai piedi del Campidoglio, dove si incrociano alcune fra le più importanti strade del centro della capitale: via dei Fori Imperiali, via del Corso, via del Plebiscito.
L’aspetto attuale della piazza deriva largamente dagli interventi di demolizione e ricostruzione realizzati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Va ricordato in particolare il Vittoriano, costruito appunto a cavallo dei due secoli, colossale monumento a Vittorio Emanuele II (spesso erroneamente identificato con l’Altare della Patria, che in realtà ne è solo una parte), scherzosamente soprannominato Macchina per scrivere. Per realizzare l’enorme complesso si dovettero abbattere antiche costruzioni, tra cui il monastero dell’Aracoeli; negli anni trenta venne spostato il palazzetto Venezia che, saldato all’angolo sudorientale di palazzo Venezia si frapponeva tra il monumento e la piazza, e uno dei più bei palazzi di Roma, la lussuosa residenza dei Torlonia. Il Vittoriano conserva i resti del Milite Ignoto, a ricordo dei soldati caduti senza degna sepoltura, vegliati incessantemente da due militari e da una fiamma sempre accesa. Il complesso del Vittoriano ospita periodicamente importanti mostre, oltre al Sacrario delle bandiere.
In una delle scene più famose, Joe, Anna e Irving visitano la Bocca della Verità. Il momento in cui Gregory Peck infila la mano nella bocca, facendo finta di averla persa, nascondendola nella giacca non era preventivata. Fu una trovata dell’attore che non aveva, però, avvisato la Hepburn. La reazione dell’attrice che possiamo vedere nel film, mentre grida e cerca di aiutare Peck è reale.
La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo pavonazzetto, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632.
La scultura, databile attorno al I secolo, ha un diametro di 1,75 m e un peso calcolato di circa 1300 kg. Rappresenta un volto maschile barbato nel quale occhi, naso e bocca sono forati e cavi. Il volto è stato interpretato nel tempo come raffigurazione di vari soggetti: Giove Ammone, il dio Oceano, un oracolo o un fauno.
Anche le sue funzioni sono incerte: fontana o tombino di impluvium o addirittura di cloaca (ipotesi quest’ultima legata probabilmente alla vicinanza del sito alla Cloaca Massima, in questo ultimo caso rappresenterebbe il più antico chiusino noto in Italia).
Quel che è certo, invece, è che il mascherone gode di fama antica e leggendaria: si presume sia questo l’oggetto menzionato nell’XI secolo nei primi Mirabilia Urbis Romae[1] (una guida medievale per pellegrini), dove alla Bocca viene attribuito il potere di pronunciare oracoli. In essa si dice Ad sanctam Mariam in Fontana, templum Fauni; quod simulacrum locutum est Iuliano et decepit eum (“Presso la chiesa di santa Maria in Fontana si trova il tempio di Fauno. Questo simulacro parlò a Giuliano e lo ingannò”).
Mentre  i tre amici si trovano a Castel S.Angleo, degli agenti in borghese notano la Principessa e cercano di convincerla a tornare al palazzo. Joe interviene e immediatamente si scatena una rissa che vede la stessa Anna rompere bottiglie e chitarre in testa agli agenti, mentre Irving documenta il tutto con la sua macchina fotografica.
Il Castel Sant’Angelo (o Mole Adriana o “Castellum Crescentii” nel X-XII sec.), detto anche Mausoleo di Adriano, è un monumento romano, radicalmente modificato più volte in epoca medioevale e rinascimentale situato sulla sponda destra del Tevere, di fronte al pons Aelius (attuale ponte Sant’Angelo) a poca distanza del Vaticano, nel rione di Borgo.
Per commemorare l’avvenimento che ha dato il nome attuale alla struttura, la statua di un angelo corona l’edificio. In origine si trattava di una statua di legno che finì per consunzione; il secondo angelo, di marmo, fu distrutto nel 1379 in un assedio e sostituito nel 1453 da un angelo di marmo con le ali di bronzo. Questo angelo venne distrutto nel 1497 da un fulmine che fece esplodere una polveriera nel castello, e fu sostituito con uno di bronzo dorato che però nel 1527 venne fuso per farne cannoni. Infine fu la volta di una statua in marmo con le ali di bronzo di Raffaello da Montelupo risalente al XVI secolo e attualmente visibile nel Cortile dell’Angelo, e poi, nel 1753, arrivò l’attuale angelo in bronzo di Pierre van Verschaffelt, sottoposto a restauro tra il 1983 e il 1986.
Sul modello di Castel Sant’Angelo fu edificata nell’Abbazia di Novacella in Alto Adige, nel XV secolo, una singolare chiesa rotonda concepita come una fortezza a difesa contro i Turchi e dedicata all’Arcangelo Michele, detta, proprio per il suo carattere fortificato, “Engelsburg”.
Giacomo Puccini ambientò a Castel Sant’Angelo l’ultimo atto della Tosca.
Il castello viene usato come set in Angeli e demoni di Dan Brown.
Nel dialetto romanesco l’edificio è chiamato “La cagliostra”, dall’epoca dell’imprigionamento di Cagliostro.
A Roma potrete rivivere le scene di questo indimenticabile film visitando i luoghi che lo hanno reso celebre! Magari noleggiando una vespa per una giornata e girando così per il centro storico in modo più comodo e piacevole!
Noemi Sugoni

 

NINE

20 Mag
TRAMA/SYNOPSIS/TRAMA
Guido Contini (Daniel Day-Lewis) è un regista di fama mondiale che sta attraversando una crisi professionale e psicologica. Intento a preparare le riprese del suo prossimo film, si ritrova ad affrontare tutte le donne protagoniste della sua vita: la moglie (Marion Cotillard), l’amante (Penelope Cruz), la musa ispiratrice (Nicole Kidman), la confidente e costumista dei suoi film (Judi Dench), una giornalista di moda (Kate Hudson), la prostituta che ha segnato la sua giovinezza (Fergie) e la sua defunta madre (Sophia Loren).
Nine tells the story of Guido Contini (Daniel Day-Lewis), a world famous film director as he confronts an epic mid-life crisis with both creative and personal problems. He must balance the many women of his life, including his wife (Marion Cotillard), his mistress (Penelope Cruz), his film star muse (Nicole Kidman), his confidant and costume designer (Judi Dench), an American fashion journalist (Kate Hudson), the whore from his youth (Fergie) and his mother (Sophia Loren).
Pasión, fantasía, lujuria, amor, arte, estilo, desilusiones, sueños la vida siempre ha sido un circo para el mundialmente famoso director de películas de la década de 1960, Guido Contini (Daniel Day-Lewis)… sólo que ahora él no puede escapar en el vibrante y provocador musical dramático, Nine.
IL Giro Turistico
Il film, girato anche a Roma, offre lo spunto per una visita turistica da un’altro punto di vista : quello del grande cinema italiano. Per chi ha amato film come Bellissima di Luchino Visconti o Roma di Fellini ma anche grandi produzioni Hollywoodiane come Ben Hur di William Wyler o Quo Vadis? di Mervyn LeRoy una visita al tempio del cinema Italiano è un passaggio obbligato.
Cinecittà
/Nascita e primi anni

La storia di Cinecittà comincia durante il fascismo. Nel 1931 il regime, dove una parte degli intellettuali sosteneva fortemente l’importanza del cinema come strumento di propaganda, varò una legge tendente a penalizzare le importazioni e a stimolare la produzione nazionale. Si creò un ambiente che supportò le grandi produzioni di quegli anni, tra cui Scipione l’Africano di Carmine Gallone e Luciano Serra pilota di Goffredo Alessandrini. Nel1939 la produzione cinematografica nazionale venne supportata con una nuova legge (la cosiddetta “Legge Alfieri”), che concedeva robusti finanziamenti alle produzioni nazionali mentre costringeva la distribuzione all’autarchia. Nel 1937 vi furono prodotti 19 film fra i quali Il feroce Saladino di Mario Bonnard, ispirato all’omonimo e famosissimo concorso di figurine bandito dalla Perugina. Nel 1940 furono 48 i film ivi girati. Nel 1942 i film furono 59. Nel 1943 la produzione di pellicole crollò a 25, e nello stesso anno i circa milleduecento dipendenti d
i Cinecittà furono licenziati. Dal settembre del ’43 il cinema fascista si trasferì a Veneziane i padiglioni della Biennale presso i giardini di Castello e in alcuni studi di posa alla Giudecca (Cinevillaggio). Negli ultimi due anni di guerra, gli stabilimenti di Cinecittà vennero prima occupati dai nazisti che li utilizzarono come luogo di concentramento di civili rastrellati nei dintorni di Roma, poi, dopo la liberazione della città, furono adibiti a ricovero degli sfollati.
/Hollywood sul Tevere

Dopo la guerra l’attività di produzione riprese con una certa lentezza e solo nel 1947, tre anni dopo la liberazione di Roma, venne girato nei suoi studi il primo film del dopoguerra: Cuore di Duilio Coletti. Negli anni cinquanta avvenne l’esplosione di Cinecittà, con le produzioni americane: è del 1951 il Quo vadis? di Mervyn LeRoy, del 1959 il Ben Hur di William Wyler, tutti film del genere peplum e soprannominati “sandaloni” dalla manovalanza locale. Tale boom ebbe origine dalla competitività economica degli studi romani, chiamati in seguito anche “la Hollywood sul Tevere”, complice anche una apposita legge che non consentiva ai produttori stranieri di esportare i guadagni realizzati in Italia, obbligandoli di fatto a reinvestire in loco.
Il successo delle produzioni americane introdusse nella società romana degli anni ’50, ancora assai provinciale e paludata, mediamente sonnolenta e discretamente ipocrita, fenomeni di sociologia e mondanità “moderne” quali il divismo, i parties, i fotografi invadenti (che a Roma si chiamarono “paparazzi”), i night club etc.: La dolce vita è il film simbolo di questa evoluzione.
Cinecittà divenne in quegli anni un mito, sognato Eldorado delle belle ragazze italiane che gareggiavano all’epoca per miss Italia, ed essa stessa una sorta di personaggio: basti ricordare Bellissima, di Luchino Visconti, e Roma, di Fellini.
La privatizzazione degli stabili, gestiti da Cinecittà Studios SpA, e l’apertura di un settore interamente dedicato alle lavorazioni in digitale hanno reso gli studi particolarmente competitivi: negli ultimi anni i teatri di Cinecittà hanno ospitato i set di alcune grosse produzioni americane come Gangs of New York di Martin Scorsese, Le avventure acquatiche di Steve Zissou di Wes Anderson e La passione di Cristo di Mel Gibson.
Nel 2008 Cinecittà è stata messa a disposizione per le riprese del secondo episodio della 30esima stagione del telefilm di fantascienza britannico Doctor Who, ambientato nell’epoca di Pompei, nel giorno in cui eruttò il Vesuvio. L’episodio si chiama “The Fires of Pompeii” letteralmente “I Fuochi di Pompei”.
/The founding of Cinecittà
Cinecittà was opened by Mussolini in April 1937, with the intention of promoting Italy and the current fascist ideals through cinema. The complex, in south-east Rome, was designed as a complete centre of production, with facilities covering everything from training, through the production of films, to post-production. Within six years, almost 300 films had been made at the new studios, assisted by the Alfieri Law, introduced in 1939, which was designed to assist home-grown film production.
/Cinecittà during World War Two
In 1943, Italy surrendered and the Germans took over the country. They looted Cinecittà, and the film production facilities were moved to temporary accommodation in Venice. Over the next two years, Cinecittà was subjected to Allied bombing. Following the war, between 1945 and 1947, the studios of Cinecittà found a new use as a displaced persons’ camp. The period from 1943 onwards contributed towards the forming of the cinematic genre known as Italian neorealism; the Roman filmmakers, denied both funding and access to the facilities of Cinecittà, took to the streets and used amateur actors. The resulting films, like Roma Città Aperta, carried a strong sense of the difficulties with poverty and identity being faced in Italy at the time.
/Cinecittà after the war
By the 1950s, American production companies in search of cheap facilities began to turn their attention to Cinecittà. Films like Roman Holiday and Three Coins in the Fountain took advantage of both the facilities at Cinecittà and the possibilities for location shooting in Rome itself. The studios also hosted many epic productions, an early example being Quo Vadis? in 1951. Ben Hur was filmed here in 1959, and the production of Cleopatra was moved from London to Cinecittà following problems with budgeting, bad weather and Elizabeth Taylor’s health.
As the home of Italian cinema, Cinecittà has seen the production of many classic films such as La dolce vita and Satyricon.
Cinecittà Studios was privatised in the mid 1990s, and it now hosts many television productions as well as films. The studio is closed to the public, although it occasionally opens for tours. There are plans to open a full studio tour, along with a theme park called Cinecittà World, at some point in the near future.Since the days of Ben Hur, the studios have welcomed international productions, recent examples include Martin Scorsese’s Gangs of New York and Wes Anderson’s The Life Aquatic with Steve Zissou. Additionally, the BBC/HBO series Rome was filmed there from 2004-2007, the show being widely acclaimed for its sets and designs. BBC Wales reused some of these sets for an episode of the 2008 seriesof Doctor Who set in ancient Pompei
Cinecittà (en italiano, “ciudad del cine”), es un complejo de estudios de cine y televisión en la parte oriental de Roma, en la vía Tuscolana, a nueve kilómetros del centro de la ciudad. Tiene una superficie aproximada de 600.000 metros cuadrados.
/Fundación
La idea de su fundación aparece en los años treinta, durante el régimen fascista de Mussolini, en un intento de competir con los estudios de Hollywood en Estados Unidos. Asimismo, el régimen era consciente de la importancia de un arma de propaganda, parecida a la desarrollada en la Alemania Nazi. El 26 de enero de 1936 Mussolini pone la primera piedra, y tras quince meses de obras, los estudios son inaugurados el 28 de abril de 1937. En este mismo año se rodarían 19 películas, y en los siguientes varios cientos de filmes más. Durante estos primeros años los estudios vieron pasar a muchos de los grandes nombres del cine italiano: Roberto Rossellini, Federico Fellini, Vittorio De Sica y Luchino Visconti. En 1943 fue bombardeada por los nazis.
/Inversión estadounidense
Tras la crisis provocada por la guerra, ya en los años cincuenta, se rodaron allí grandes clásicos del cine ambientadas en el Imperio romano, como Quo vadis (1949), y Ben Hur (1959), siendo este período la edad de oro de los estudios. Tal fue la inversión estadounidense en Cinecittà que llegó a conocerse como “la Hollywood sul Tevere” (Hollywood sobre el Tíber). En los siguientes años se ruedan allí grandes películas del oeste, conocidas como Spaghetti Western, tales como Por un puñado de dólares (1964) o La muerte tenía un precio (1965). Otras grandes producciones desarrolladas en estos estudios incluyen Las aventuras del Barón Munchausen de Terry Gilliam, Cliffhanger de Renny Harlin, U-571 de Jonathan Mostow,Pandillas de Nueva York de Martin Scorsese, La Pasión de Cristo de Mel Gibson y La Vida Acuática con Steve Zizou de Wes Anderson.
/Privatización
En los años setenta, con la popularización de la televisión, los estudios se centran en las producciones de series y teleseries. En los años noventa Cinecittà es privatizada.
Los estudios fueron afectados por un incendio en agosto de 2007 el cual se originó en el hangar donde se grabó la serie de televisión producida por HBO y la BBC “Roma”.
Piazza Del Popolo

La piazza e la sua porta sono un ottimo esempio di “stratificazione” architettonica, un fenomeno consueto nella città eterna, che si è verificato per i continui avvicendamenti di pontefici che comportavano modifiche e rielborazioni dei lavori edilizi e viari. Sulla piazza affacciano ben tre chiese.
Santa Maria del Popolo
La più antica è la chiesa di Santa Maria del Popolo, a lato della porta. Venne eretta (sul sepolcro dei Domizi dove Nerone fu sepolto) nell’XI secolo da papa Pasquale II, ma venne poi ricostruita sotto papa Sisto IV da Baccio Pontelli e Andrea Bregno tra il 1472 ed il 1477, che le danno un aspetto maggiormenterinascimentale. Tra il 1655 ed il 1660 papa Alessandro VII decise di restaurare la chiesa dandole un aspetto più brioso; per questo incaricò Gian Lorenzo Bernini, che restaura nuovamente la chiesa, donandole questa volta una chiara impronta barocca che si può ammirare ancora oggi. La chiesa ospita dei dipinti di grandissima importanza: del Caravaggio sono presenti capolavori come Conversione di San Paolo e Crocefissione di San Pietro, nonché diversi affreschi del Pinturicchio, L’Assunzione di Annibale Carracci, oltre alle architetture di Raffaello Sanzio e del Bramante ed ad alcune sculture di Andrea Bregno e di Gian Lorenzo Bernini, come il magnifico organo sorretto da due angioletti in bronzo.
Porta del Popolo
Il “tridente” di Piazza del Popolo in un’incisione di Gianbattista Piranesi
Nel 1562-1565 Nanni di Baccio Bigio, su commissione di papa Pio IV (Medici), sistema la facciata esterna della Porta del Popolo. Successivamente, nel 1655, papa Alessandro VII (Chigi) commissiona a Gian Lorenzo Bernini i lavori per risistemare la facciata interna ed il cornicione superiore.
Nel 1573, papa Gregorio XIII (Boncompagni) colloca al centro della piazza una fontana di Giacomo della Porta, una delle nuove diciotto fontane progettate dopo il restauro dell’acquedotto Vergine. Ma nel 1589 papa Sisto V (Peretti) innalza un grande Obelisco Flaminio al centro della piazza, alto 24 metri, costruito ai tempi dei faraoni Ramesse II e Merenptah (1232-1220 a.C.), portato a Roma sotto Augusto e precedentemente collocato al Circo Massimo. Domenico Fontana sposta la fontana di Della Porta verso l’inizio di via del Corso.
Le due chiese gemelle, come vengono chiamate Santa Maria in Montesanto (1675) e Santa Maria dei Miracoli (1678), vengono costruite per volere di Alessandro VII, ma i lavori terminano solo dopo la scomparsa del pontefice (1667), rinnovando profondamente l’aspetto della piazza, e costituendo i due poli del Tridente, formato da via del Corso, via del Babuino e via Ripetta. I due edifici, che conferiscono alla piazza un aspetto barocco, vengono iniziati da Carlo Rainaldi e completati da Gian Lorenzo Bernini, con la collaborazione di Carlo Fontana.
La forma della piazza assume la conformazione attuale solo alla fine del XIX secolo. Precedentemente era una modesta piazza di forma trapezoidale, che si allargava verso il Tridente. Al tempo dell’occupazione napoleonica, infatti, l’aspetto architettonico ed urbanistico della piazza viene rivisto dall’architetto neoclassico Giuseppe Valadier, autore della definitiva trasformazione della piazza. Grazie al suo intervento, la piazza assume una forma ellittica, nella parte centrale, completata da una duplice esedra, decorata con numerose fontane e statue, che si protende verso la terrazza del Pincio e verso il fiume Tevere. Nel 1818, il Valadier rimuove la vecchia fontana di Giacomo Della Porta[3] che, sotto il pontificato papa Leone XII (Genga) (1822 – 1829) viene sostituita da una nuova architettura con quattro leoni marmorei che gettanoacqua nelle quattro vasche, disposte sugli spigoli dell’obelisco. Il Valadier continua la sua opera di rinnovamento sistemando anche la zona delle pendici del Pincio, raccordando Piazza del Popolo e il colle con della ampie rampe, adornate da alberi e carrozzabili, terminate nel 1834. La terrazza del Pincio diventa una delle più celebri passeggiate di Roma, frequentata dal popolo, dalla borghesia, dalla nobiltà, dall’alto clero e dagli stessi pontefici.
Nel 1878-1879 vengono abbattute le due torri laterali che servivano a fortificare la porta, che all’epoca aveva ancora un solo fornice, e vengono aggiunti i due fornici laterali, più piccoli. Dopo la breccia di Porta Pia, viene ricavata una nuova via d’accesso alla piazza, adornata di giardinetti laterali, strade e scalette, dietro l’esedra sul fiume, a seguito della costruzione del ponte Margherita (1886–1891). L’ultimo intervento strutturale rilevante avviene in epoca fascista, nel 1936, quando viene inaugurata la mostra del rinnovato acquedotto Vergine nel grande nicchione sotto la terrazza del Pincio.
Oggi Piazza del Popolo è un’ampia isola pedonale di circa 16000 mq, luogo di eventi pubblici importanti: la sua capienza le permette di ospitare sino a 65.000 persone. Qui vi ha anche sede il Comando Regione Carabinieri Lazio nella suddetta caserma intitolata a Giacomo Acqua.
Piazza del Popolo / English
Piazza del Popolo is a large square in Rome. The name in modern Italian literally means “People’s Square”, but historically it derives from the poplars (populus in Latin, pioppo in Italian) after which the church of Santa Maria del Popolo, in the northeast corner of the piazza, takes its name.
The Piazza lies inside the northern gate in the Aurelian Walls, once the Porta Flaminia of ancient Rome, and now called Porta del Popolo. This was the starting point of the Via Flaminia, the road to Ariminum(modern Rimini) and the most important route to the north. At the same time, before the age of railroads, it was the traveller’s first view of Rome upon arrival. For centuries, the Piazza del Popolo was a place for public executions, the last of which took place in 1826.
Valadier’s design
An Egyptian obelisk of Ramesses II fromHeliopolis stands in the centre of the Piazza.
The entrance of the Tridente from Piazza del Popolo, defined by the “twin” churches ofSanta Maria in Montesanto (left, built 1662-75) and Santa Maria dei Miracoli (right, built 1675-79). The Via del Corso exits between the two churches.
One side of the Fontana dell’Obelisco.
The layout of the piazza today was designed in neoclassical style between 1811 and 1822 by the architect Giuseppe Valadier,[1] who removed a modest fountain by Giacomo Della Porta, erected in 1572,[2]and demolished some insignificant buildings and haphazard high screening walls to form two semicircles, reminiscent of Bernini’s plan for St. Peter’s Square, replacing the original cramped trapezoidal square centred on the Via Flaminia. Valadier’s Piazza del Popolo, however, incorporated the verdure of trees as an essential element; he conceived his space in a third dimension, expressed in the building of theviale that leads up to the balustraded overlook from the Pincio (above, right).
An Egyptian obelisk of Rameses II from Heliopolis stands in the centre of the Piazza. The obelisk, known as the obelisco Flaminio, is the second oldest and one of the tallest obelisks in Rome (some 24 m high, or 36 m including its plinth). The obelisk was brought to Rome in 10 BC by order of Augustus and originally set up in the Circus Maximus. It was re-erected here in the Piazza by the architect-engineerDomenico Fontana in 1589 as part of the urban plan of Sixtus V. The Piazza also formerly contained a central fountain, which was moved to the Piazza Nicosia in 1818, when fountains in the form of Egyptian-style lions were added around the base of the obelisk.
Looking from the north (illustration, right), three streets branch out from the Piazza, forming the so-called “trident” (il Tridente): the Via del Corso in the centre, the Via del Babuino on the left (opened in 1525 as the Via Paolina) and the Via di Ripetta (opened by Leo X in 1518 as the Via Leonina) on the right. Twin churches (the chiese gemelle) of Santa Maria dei Miracoli (1681) and Santa Maria in Montesanto(1679), begun by Carlo Rainaldi and completed by Bernini and Carlo Fontana, define the junctions of the roads. Close scrutiny of the twin churches reveals that they are not mere copies of one another, as they would have been in a Neoclassical project, but vary in their details, offering variety within their symmetrical balance in Baroque fashion.
To the south, the central Via del Corso follows the course extended beyond the city gate as the ancient Roman Via Flaminia, coming from the Capitol and the forum. The Via Flaminia became known as theVia Lata in the Middle Ages, before becoming today’s Via del Corso and leads to the Piazza Venezia. The Via di Ripetta leads past the Mausoleum of Augustus to the Tiber, where the riverside landing called the Porto di Ripetta was located until the late nineteenth century. The Via del Babuino (“Baboon”), linking to Piazza di Spagna, takes its name from a grotesque sculpture of Silenus that gained the popular name of “the Baboon”.
To the north of the Piazza stand the Porta del Popolo, leading to the Piazzale Flaminio, and the ancient church of Santa Maria del Popolo. The Porta del Popolo was reconstructed to the current appearance by Pope Alexander VII in 1655, to welcome Queen Christina of Sweden to Rome after her conversion to Roman Catholicism and abdication. It was designed by Bernini: whereas such festive structures elsewhere were built of weather-resistant plaster,[3] in Rome the structure was more permanently executed in stone. Opposite Santa Maria del Popolo stands a Carabinieri station, with a dome reflecting that of the church.
Fontana del Nettuno.
In his urbanistic project, Valadier constructed the matching palazzi that provide a frame for the scenography of the twin churches and hold down two corners of his composition. A third palazzo he set to face and matched low structure screening the flank of Santa Maria del Popolo, with its fine Early Renaissance façade, together holding down the two northern corners. Valadier outlined this newly-defined oval forecourt to the city of Rome with identical sweeps of wall, forming curving exedra-lke spaces. Behind the western one, a screen of trees masks the unassorted fronts of buildings beyond.
Fountains
The aqueduct carrying the Acqua Vergine Nuovo was completed in the 1820s, and its water provided the opportunity for fountains and their basins that offered the usual public water supply for the rione. Ever since the Renaissance such terminal fountains also provided an occasion for the grand terminal water show called in Rome a mostra. “What makes a fountain a mostra is not essentially its size or splendor, but its specific designation as the fountain that is a public memorial to the whole achievement of the aqueduct.”[4] Valadier had planned for fountains in the upper tier of the Pincio slope, but the were not carried out, in part for lack of water.Fountains by Giovanni Ceccarini (1822–23), with matching compositions of a central figure flanked by two attendant figures, stand on each side of the Piazza to the east and west, flanked by neoclassical statues of The Seasons (1828).[6]. The Fontana di Nettuno (Fountain of Neptune) [7] stands on the west side, Neptune with his trident is accompanied by two dolphins. Rome between the Tiber and the Anieneon the east side, against the steep slope of the Pincio, represents the terminal mostra of the aqueduct. Dea Roma armed with lance and helmet, and in front is the she-wolf feeding Romulus and Remus.[5]
At the center of the piazza is the Fontana dell’ Obelisco: a group of four mini fountains each comprising a lion on a stepped plinth, surround the obelisk.
Urbanisation in three dimensions
Steps lead from the Piazza del Popolo to the Pincio to the east.
Valadier’s masterstroke was in linking the piazza with the heights of the Pincio, the Pincian Hill of ancient Rome, which overlooked the space from the east. He swept away informally terraced gardens that belonged to the Augustinian monastery connected with Santa Maria del Popolo. In its place he created a carriage drive that doubled back upon itself and pedestrian steps leading up beside a waterfall to thePincio park, where a balustraded lookout, supported by a triple-arched nymphaeum is backed by a wide gravelled opening set on axis with the piazza below; formally-planted bosquets of trees flank the open space. The planted Pinco in turn provides a link to the Villa Borghese gardens.
Until quite recently, the Piazza del Popolo was choked with traffic in a sea of car parking. Today, it is a pedestrian zone.
Piazza Del Popolo/Español
La Piazza del Popolo es una de las plazas más conocidas de Roma. En español su nombre se traduciría como Plaza del Pueblo. Se discute si este nombre procede de la capilla que levantó en 1099el pueblo de Roma en el solar donde hoy está el convento de Santa Maria del Popolo o por la abundancia de chopos en esta zona (chopo es pioppo en italiano y populus en latín).
La Plaza se encuentra en la puerta norte de lo que eran las Murallas aurelianas, dónde antes estaba la Puerta Flaminia, justo el comienzo de la Vía Flaminia, que en tiempos del Imperio era la principal calzada hacía el norte. El diseño actual de la plaza es de estilo neoclásico, obra del arquitecto Giusseppe Valadier entre 1811 y 1822, quién se ocupó de la demolición de algunos edificios con el fin de dotar a la plaza de dos armoniosos semicírculos. Éste diseño rompe con la forma trapezoidal centrada en la Vía Flaminia de la antigua plaza, en lugar de él, los dos semicirculos son una clara reminiscencia de la Plaza de San Pedro, obra de Bernini
El Obelisco flaminio
Las iglesias gemelas. A la izquierda Via Babuino y en el centro Via del Corso.
Un obelisco egipcio dedicado a Ramsés II, traído de Heliópolis se alza en el centro de la plaza. El obelisco flaminio, como se le conoce, es el segundo más antiguo y uno de los más altos de Roma con 24 metros, o 36 contando el pedestal. Su antigua ubicación en el Circo Máximo, data del año 10 AC, por orden del emperador Augusto.Domenico Fontana eligió colocarlo en el centro en 1589 como parte del plan urbano auspiciado por el Papa Sixto V. Anteriormente, una fuente decoraba la parte central de la plaza, dicha fuente se encuentra en Piazza Nicosia adonde se trasladó en 1818, cuando se añadieron fuentes de inspiración egipcia a la base del obelisco.
Mirando desde el norte tres calles nacen de la plaza, formando el conocido tridente: la Vía del Corso en el centro, Vía del Babuino a la izquierda y la Vía di Ripetta a la derecha. Las iglesias gemelas (chiese gemelle) de Santa Maria dei Miracoli (1681) y Santa Maria in Montesanto (1679), empezadas por Carlo Rainaldi y completadas por Bernini y Carlo Fontana, delimitan el cruce de las calles. Si se las estudia con detenimiento, aparecen diferencias entre ambas al estilo de la asímetría barroca, lo que no hubiera ocurrido si se hubiese tratado de un diseño neoclásico.
Hacia el Sur, la Vía del Corso sigue el rumbo de la antigua Vía Flaminia (que no se llamaba así intramuros), que proviene de la Colina Capitolina y del Foro romano. La antigua Vía Flaminia cambió de nombre en laEdad media, pasándose a llamar Vía Lata, antes de quedarse con el nombre actual de Vía del Corso, que finaliza en Piazza Venezia. La Vía di Ripetta pasa por el Mauseoleo de Augusto hasta llegar al Tíber, dónde hasta el s. XIX se podía encontra el Porto di Ripetta. La Vía del Babuino, que muere en Piazza di Spagna, toma su nombre de una grotesca escultura de Sileno, conocida con el sobrenombre popular de “El Babuino”.
Mapa de 1756, en el que se aprecia la conexión conPiazza di Spagna (abajo derecha) por la Via Babuino. A la izquierda se observa el Tíber y a la derecha lo que hoy es el parque de Villa Borghese.
En el lado norte se alza la Porta del Popolo y la vieja iglesia de Santa Maria del Popolo, la Porta sufrió su última transformación en 1655, cuando el Papa Alejandro VII ordenó adecentarla para recibir a la ReinaCristina de Suecia, después de su conversión al catolicismo y su abdicación. El diseño corrió a cargo de Bernini. Es curioso que mientras normalmente, éste tipo de estructuras festivas se fabrican en materiales poco resistentes, en Roma se realizase en piedra. Completa la plaza, una comisaría de Carabinieri cuya cúpula refleja la de la iglesia de Santa Maria.

Romanzo Criminale

30 Apr

Romanzo criminale

 

Romanzo criminale è un film di Michele Placido del 2005, tratto dall’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo del 2002. Il film si è aggiudicato 8 David di Donatello 2006, 5 Nastri d’argento 2006, e 2 Ioma 2006.

I fatti e i nomi dei personaggi narrati nel libro e nel film sono stati riadattati per esigenze di narrazione, ma rispecchiano comunque fatti realmente accaduti.La vicenda è ispirata alla storia della Banda della Magliana, nome attribuito dal giornalismo italiano a quella che è considerata la più potente organizzazione criminale che abbia mai operato a Roma, cui vennero attribuiti legami con diversi tipi di organizzazioni quali Cosa nostra, Camorra, ‘Ndrangheta, ma anche con esponenti del mondo della politica come Licio Gelli e Loggia P2, nonché estrema destra eversiva e servizi segreti.

Crime Novel is an Italian-language film released in 2005, directed by Michele Placido, a criminal drama, it was highly acclaimed and won 15 awards. It is based on Giancarlo De Cataldo’s 2002 novel, which is in turn inspired by the Banda della Magliana true story. The Magliana gang was one of the most powerful Italian criminal associations, dominating Rome’s drug, gambling and other kinds of crime activities from the early 1970s to 1992 (death of Enrico De Pedis). The gang’s affiliates start their career kidnapping rich people, drug dealing (hashish, cocaine, heroin, etc.) from the 70s they started working with the Italian secret service,fascists, terrorists, the Sicilian Mafia, Camorra and many more. Some gang members are still alive, as inmates of an Italian prison, or justice collaborators.

Roma criminal es una pelicula escrita por Michele Placido en el 2005, inspirada en la verdadera historia de la banda de la Magliana,la cual operó en Roma (Italia) desde finales de los años setenta y los años ochenta. Esta novela, publicada por la casa editorial Einaudi, inspiró la serie de televisión dirigida por Stefano Sollima. La novela ilustra la interconexión entre el estado y el crimen organizado desde los años setenta; la lucha de la banda por el control del tráfico de drogas, prostitución y del juego de azar en la ciudad de Roma; se narra desde el punto de vista del crimen organizado, la historia de una década de la historia de Italia, partiendo del secuestro de Aldo Moro.

Trama/Sypnosis/Argumento

Roma, fine anni sessanta. Il film inizia con alcuni ragazzini poveri che rubano un’auto e ad un posto di blocco investono un agente ma riescono a scappare. Nel loro rifugio, una roulotte vicino alla spiaggia, decidono i loro soprannomi (ed il loro destino): si chiameranno Il Libano, Il Dandi, Il Freddo ed Il Grana. Ma arriva la polizia, fuggono e vengono presi: il Libano si ferisce alla gamba, il Dandi scappa ed Andreino (il vero nome de Il Grana) muore per le ferite riportate durante la corsa spericolata con l’auto rubata. Alcuni anni dopo il Libano (Pierfrancesco Favino) attende il Freddo (Kim Rossi Stuart) all’uscita del carcere e, insieme al Dandi (Claudio Santamaria), a Bufalo (Francesco Venditti), ai fratelli Ciro e Aldo Buffoni (Antonello Fassari e Roberto Brunetti) e altri piccoli criminali della malavita romana, organizzano un sequestro di persona: reclutato il Nero (Riccardo Scamarcio), uno spietato neonazista esperto in arti marziali, rapiscono il Barone Rosellini (Franco Interlenghi), un ricco possidente, poi ucciso, ancora prima di aver ottenuto un congruo riscatto.

Invece di spartire subito i soldi, il Libano propone a tutti i componenti del gruppo di formare una banda e di investire nel traffico dell’eroina, mettendo in piedi una vera organizzazione criminale che riesce in poco tempo ad assumere il controllo assoluto del traffico di droga a Roma, estromettendo – o eliminando fisicamente – i vecchi boss. Presto le loro mire si espandono verso altri campi, come quello della prostituzione e del gioco d’azzardo, e si alleano con la mafia siciliana tramite un boss chiamato Zio Carlo (Gigi Angelillo), oltre ad ottenere la protezione degli “uomini senza volto”, a cui lo Stato, nella persona del misterioso Dottor Carenza (Gianmarco Tognazzi) e de Il Vecchio (Toni Bertorelli), affida lavori segreti e sporchi. Grazie all’approvazione di Zio Carlo, il Freddo e Il Libano uccideranno Il Terribile (Massimo Popolizio), boss che controllava la droga che circolava a Roma e che li ha denunciati per riprendersi il potere sulla città.

Nasce così la leggenda della Banda della Magliana, che metterà a ferro e fuoco la città, le cui vicende si intrecceranno con gli avvenimenti più misteriosi della storia d’Italia per oltre 25 anni, tra cui l’omicidio di Aldo Moro e la strage di Bologna.

L’unico a intuire lo strapotere del gruppo criminale è il commissario Scialoja (Stefano Accorsi), osteggiato, però, dai superiori. Nelle sue indagini intreccia un’ambigua relazione con Patrizia (Anna Mouglalis), una prostituta, donna del Dandi.

Con il rafforzarsi della banda cresce anche l’ambizione di Libano, che spinge il gruppo ad osare sempre di più. Contemporaneamente Freddo si innamora dell’innocente Roberta (Jasmine Trinca), con la quale vorrebbe ritirarsi, disgustato dalla connivenza con la mafia e i politici, ma soprattutto per non essere ancora una volta pedina in occulti giochi di potere. Libano, preoccupato e sotto pressione, viene accoltellato da Gemito, uno dei suoi scagnozzi, per un debito di gioco non onorato.

Guidata da Freddo e Dandi, la banda ritrova la sua unità per vendicare la morte dell’amico e boss, ma la morte del capo carismatico segna comunque l’inizio della fine: incastrata da un delatore, il Sorcio (Elio Germano), tutta la banda viene arrestata e condannata, meno Dandi, protetto dalle alte amicizie.

Freddo, pur di evadere e rivedere Roberta, si inietta del sangue infetto di un male che lo porterà in breve alla morte , fornito da un medico cocainomane amico del Dandi. Il sangue, in ogni modo, lo avrebbe condotto alla morte nel giro di poco tempo, sebbene la sua fine sia dipesa da un regolamento di conti da parte dei servizi segreti, poiché egli, spinto dalla morte di Roberta (uccisa dallo scoppio di un’autobomba per una vendetta trasversale contro Il Freddo), dalla malattia e dal disgusto, decide di confessare tutto quanto sa della banda e delle losche protezioni di cui è beneficiaria. La banda è ormai divisa ed iniziano i regolamenti di conti interni che porteranno ad un lungo bagno di sangue. Uno ad uno i componenti scompariranno, inghiottiti dagli stessi pericolosi giochi di potere di cui erano stati creatori.

Sul finire del film un accenno piuttosto marcato all’implicazione dei servizi segreti e di altre forze statali nell’ambito di tutta la vicenda, e quasi una sorda compassione nei riguardi di quelli che furono sì carnefici, ma vittime al tempo stesso.

 Crashing through a police road block, the driver, Grand is crushed by the steering column. Back at their hideout, a small disused caravan near a beach, they are discovered by the police. Ice, Lebanese and Dandy run away, but are captured. Grand, who is mortally wounded, dies in the caravan. Roll opening credits. Some years later, in the 1970s, Ice is released from prison, and met by Lebanese, who tells him he has come up with a plan to kidnap and hold to ransom Baron Rossellini, a wealthy aristocrat whom Lebanese’s parents worked for. He has formed a gang with Dandy- they are Black, Bright Eye, Ricotta, Bufalo, Rat and Ciro & Aldo Buffoni. After negotiating the ransom of 3 billion lire,whilst trying to get the Baron to pose for a proof of life, Lebanese shoots him. Nonetheless, they fake the proof of life, and get the 3 billion lire. However, the local Police Commissioner Nicola Scialoja manages to record the serial numbers of the ransom money before the gang receive it, setting out to capture the gang. As the gang divide up the money, Lebanese proposes to split split 500 million lire between them, and use the remaining 2.5 billion to build a foothold in the criminal underworld of Rome, starting with drug dealing. However, the drugs racket is owned by the dealer Terrible, and so the gang wipe his gang out apart from Gemito, who Lebanese bribes to help them. After his home is raided and his body guards killed, Terrible wakes to find Ice, Lebanese and Dandy in his bedroom.4 Cornered, he reluctantly agrees to let give control of the racket to the gang.

The gang grows in influence and ambition. Rome falls under their rule, and the rule of Lebanese. Dandi meets and becomes enamoured with an upmarket prostitute, Patrizia, who, in order to be kept under the sway of the gang and in order to prevent Dandi becoming involved in brawls provoked by his jealousy, is bought over and given a brothel. Ice, meanwhile falls in love with his younger brother Gigio’s tutor, Roberta. However, Lebanese beginsIn 1960s Rome, four young delinquents, nicknamed Ice, Lebanese, Dandy and Grand steal a car. to consider Ice’s romance a weakness, a point reinforced when Ice asks to be dismissed from the gang. In response, Lebanese casts up the car theft from their childhood, where his leg was permanently damaged by the pursuing police. Ice and Roberta begin to learn English with the idea that they will elope there. Then Ice receives a phone call informing him that Lebanese is dead, stabbed by Gemito after a bitter game of poker.

Then begins Ice’s quest for vengeance, aided by Dandi. Yet Scialoja is on their trail and succeeds in capturing Ice, then the other members of the gang except Dandi. Ice plfrom prison with the help of his friends, but a deadly spiral of score settling has already begun to coil around them all.

En la Roma de los años setenta, una banda de criminales pretende apoderarse de la ciudad mediante una estrategia de corte mafioso.En esa epóca, varios grupos del crimen organizado luchaban por hacerse con el control de la ciudad, a la vez que la policia centraba sus recursos en combatir al terrorismo. En esa epóca, se gestaba una nueva banda, despierta e inteligente, que destacó sobre el resto y se hizo con el control de la ciudad, aprovechandose de los problemas sociales.

De esta manera, el Libanés, el Frío, el Dandy y el Seco, acompañados de comparaseas más o menos de relevo, uniendo el poder de los delitso comunes y de su propia mafia que en ese momento era limitada, consiguieron la supremacia. La conquista del territorio se inicia con el secuestro de personas y sobretodo, con la decisión de no repartirse el rescate, y reinvertirlo en la adquisición de un cargamento de droga. Con efecto más bien colateral, consigeun hacerse con el control de la ciudad, dejando solo las zonas de Centocelle y Tuscolano, donde la banda local se resiste a perder su posición.

La organización se inicia en el mercado de la droga, para pasar a abarcar el control de todo negocio ilegal, desde la prostitución y el juego a la gestión del “Seven Climax”, que será uno de los locales que tendra´n en la ciudad. Es impresionante el nivel organizativo dentro de la manda. Además, se le añade “hacer girar y soldar, el Seco, el “cavalli” y pequeños espacios, entre otros.

 

Testaccio:

Testaccio rapresenta un’area di grande interesse non solo perché ha ospitato i nostri criminale ma anche per le numerose testimonianze archeologiche e storiche. Vi faremo conoscere i luogui più significativi.

Testaccio compreso tra Via Marmorata le Mura Aureliane e il Tevere prende il nome dalla collinetta artificiale che fu creata dallo scarico dei rifiuti dei cocci del porto dell’Antica Roma. La zona fu per molto tempo un luogo di commercio, successivamente divenne una meta di eventi religiosi e ludici. Oggi è un luogo di ritrovo per molti giovani dove si possono trovare trattorie tipiche romane e molti locali notturni.

Testaccio is the 20th rione of Rome, deriving its name from Monte Testaccio. In antiquity, much of the Tiber River trade took place here, and the remains of broken clay vessels (amphorae) were stacked creating the artificial Testaccio hill, which today is a source of much archeological evidence as to the history of ancient everyday Roman life. The rione seal depicts one of these amphorae. In modern times, Testaccio has been a center of activity for butchers and has many nightclubs. The neighborhood is currently gentrifying

Testaccio representa una zona de gran intères, no solo porque ha hospitato a nuestros criminales si no tambièn por sus numerosas testimonianzas archeologicas e historicas. Os haremos conocer los lugares màs importantes. La zona de testaccio es un sitio de encuentro para muchos jòvenes, es un lugar donde podemos encontrar numerosos restaurantes y locales nocturnos donde poder divertirnos.

 

A ridosso delle Mura Aureliane, in Via Caio Cestia, si trova il Cimitero Protestante istituito prima del Verano e destinato a quella comunità di stranieri residenti a Roma. Limitrofa al Cimitero Protestante troviamo la Piramide Cestia, fatta costruire dal personaggio omonimo Caio Cestio, come sua grandiosa sepoltura.

Sede del mercato rionale è Piazza Testaccio che aveva al centro una bella fontana, la Fontana delle Anfore. Da non perdere è inoltre il Porticus Aemilia (anticamente immenso edificio)

Via Marmorata che prende il nome dai depositi di marmi e pietre che giungevano nell’antica Roma via fiume e infine Porta San Paolo da dove partiva Via Ostiense diretta al porto di Roma. Oggi Testaccio è famoso per le sue rinomate trattorie e ristoranti dove si possono gustare le più autentiche specialità di cucina romana. I dintorni del Monte Testaccio offrono una vita notturna tra le più rinomate e conosciute a Roma per le molteplici discoteche, pub e locale di ogni genere.

I monumenti che abbiamo sono Porta San Paolo e Piramide Cestia e  il museo di arte contemporanea di Roma (MACRO) al mattatoio.

 

Trastevere:

Trastevere è uno dei quartieri più famosi ed antichi di Roma. Da sempre densamente abitato ha mantenuto il suo aspetto caratteristico e autentico. E’ caratterizzato dal punto di vista strutturale da vie lunghe e strette su cui si affacciano case popolari medievali.

Qui il cristianesimo attecchì già nel I secolo d.C. e testimonianza dello sviluppo della fede sono le basiliche che sorsero sopra ai luoghi di culto della più antica comunità cristiana (le domus ecclesiae) e che nel periodo medievale furono fulcro della religione cattolica a Roma: Santa Maria in Trastevere, San Crisogono, San Benedetto in Piscinula e Santa Cecilia.

La chiesa più importante del rione è Santa Maria in Trastevere, situata nell’omonima piazza nel cuore del quartiere. E’ una delle più antiche della città visto che risale al III secolo quando fu fondata per volere di Papa Callisto I. Da ammirare sono i mosaici nella parte superiore della facciata risalenti al XIII secolo, ed il soffitto ligneo interno disegnato dal Domenichino.

Dall’altra parte di Viale di Trastevere, la strada che taglia il quartiere, c’è la Basilica di San Crisogono. Originaria del IV secolo, come Santa Maria in Trastevere ha subito diverse ricostruzioni col passare dei secoli. Affascinante è l’altare che risale all’XI secolo mentre molto caratteristica è la presenza di una sola navata invece delle “classiche” tre; ciò fa supporre che in origine potesse essere un locale commerciale. Dalla sagrestia sono visibili i resti della chiesa di epoca costantiniana.

Proseguendo verso ponte Garibaldi, alla fine di Via Lungaretta, cè piazza in Piscinula alla fine della quale si ci trova di fronte alla basilica di San Benedetto in Piscinula. Molto piccola e molto antica, leggenda narra che fu costruita nel luogo dove San Benedetto da Norcia abitava quando venne a studiare a Roma alla fine del V secolo. La caratteristica principale è il fatto che la chiesa ha il campaniletto più piccolo di Roma che risale all’XI secolo.

Infine, in direzione del Lungotevere Ripa, si trova Santa Cecilia in Trastevere, nell’omonima piazza. Secondo la leggenda, la chiesa sorge sulla casa familiare di Cecilia, vergine romana illustre, suppliziata intorno al 220. La Chiesa è tra quelle che ha subito più rifacimenti con il passare del tempo tanto da aver alterato l’originaria struttura.

Molto affascinanti sono i sotterranei della Chiesa: gli scavi infatti, effettuati all’inizio del secolo scorso, hanno portato alla scoperta di numerosi e complessi ambienti sottostanti, per una profondità di circa 5 metri. Sono ancora visibili pavimentazione e colonne dell’atrium di una domus del II secolo a.C. e lavori di rifacimento che la convertirono in insula in concomitanza con l’espansione di Roma e di Trastevere. Ulteriori modifiche successive invece ne cambiarono la destinazione e gli ambienti furono modificati per renderla un luogo di culto.
Trastevere è un quartiere unico e la passeggiata alla scoperta della sua antica fede ne fa apprezzare la bellezza.

Trastevere is rione XIII of Rome, on the west bank of the Tiber, south of Vatican City. Its name comes from the Latin trans Tiberim, meaning literally “beyond the Tiber”. The correct pronunciation is “tras-TEH-ve-ray”, with the accent on the second syllable. Its logo is a golden head of a lion on a red background, the meaning of which is uncertain. To the north, Trastevere borders on to the XIV rione, Borgo.

Nowadays, Trastevere maintains its character thanks to its narrow cobbled streets lined by medieval houses. At night, both natives and tourists alike flock to its many pubs and restaurants. However, much of the original character of Trastevere remains. The area is also home to John Cabot University, a private American University, the American Academy in Rome, and the Rome campus of the Thomas More College of Liberal Arts, the Canadian University of Waterloo School of Architecture (between the months of September and December), and the American Pratt Institute School of Architecture therefore serving as home to an international student body.

The unique character of this neighborhood has attracted artists, foreign expats, and many famous people. In the sixties and seventies, the American musicians/composers Frederic Rzewski and Richard Teitelbaum, of the group Musica Elettronica Viva, lived in Via della Luce. Sergio Leone, the director of Spaghetti Westerns, grew up in Viale Glorioso (there is a marble plaque to his memory on the wall of the apartment building), and went to a Catholic private school in the neighborhood. Ennio Morricone, the film music composer, went to the same school, and for one year was in the same class as Sergio Leone.

Trastevere es el XIII rione (barrio del centro histórico) de Roma, ubicado en la ribera oeste del Tíber, al sur de la Ciudad del Vaticano. Su nombre viene del latín trans Tiberis, “Tras [el] Tíber”. Su escudo lleva una cabeza dorada de león en un fondo rojo, de significado incierto. El Trastevere delimita en el norte con el XIV rione o barrio de Borgo.

Hoy Trastevere mantiene su gracia peculiar con sus strade (calles) adoquinadas con sampietrini, predominando un tipo de edificación de casas populares medievales. Transformado en un centro turístico al final de la Segunda Guerra Mundial, por la noche las calles están llenas tanto de italianos como de extranjeros debido a la gran cantidad de pubs y restaurantes. La zona es también conocida por los anglófonos y afines como John Cabot University, una universidad privada estadounidense, como la American Academy en Roma, en el Trastevere asimismo se encuentra la Academia de España y, por lo tanto, también sirve como hogar de sus becarios de varias naciones.
El Trastevere tiene incluido en su espacio jurisdiccional el Jardín Botánico de Roma y la colina del Janículo.
Entre los principales monumentos de este barrio se encuentran: La Basílica de Santa María en Trastevere, la Porta de San Pancrazio y la Porta Settimiana (ambas en la muralla Aureliana), el colegio de la Propaganda Fide, las Cárceles de Regina Coeli, la Villa Farnesina, el Palazzo Salviati, el Palazzo Corsini, el Seminario Ruteno, el Museo Torlonia y la iglesia de San Pietro in Montorio (en el sitio donde según la tradición fue crucificado el apostol san Pedro).

Per organizzare questi itinerari potrette contattare con Ingrid Lopez Cuellar membro del gruppo “Roma in 5 film” e studentessa della SSML Gregorio VII ai seguenti recapiti: Ingridlopez@gmail.com oppure al numero di telefono 3318536249

To organize this tour you can contact Ingrid Lopez Cuellar, one of the member of group “Rome in 5 films” and student of SSML Gregorio VII, to the next contacts: Ingridlopez@gmail.com or at the phone number 3318536249

Para organizar este tour podeis contactar Ingrid Lopez Cuellar mienbro del grupo “Roma en 5 peliculas” y estudiante de la SSML Gregorio VII a los siguientes contactos: Ingridlopez@gmail.com o al numero de telefono 3318536249